Cannito: “Grazie a tutti dell’affetto. Sarà lunga… ma mi riprenderò. La caduta? Non ricordo niente”
Parla il professore-consigliere comunale Marco Cannito, sprofondato al piano di sotto dopo il crollo del ballatoio alle scuole superiori Vespucci-Colombo di via San Gaetano. "Chi mi ha soccorso pensava fossi morto perché inizialmente non rispondevo"
E’ un Marco Cannito dolorante ma sorridente quello che ci accoglie sdraiato sul suo letto all’interno del reparto di terapia sub-intensiva nella degenza del Pronto Soccorso di Livorno. E’ lui il professore di diritto ed economia (nonché consigliere comunale per la lista Città Diversa) che nella giornata di mercoledì 23 maggio è sprofondato al piano di sotto dopo il crollo del ballatoio in cartongesso sul quale era salito per aprire una finestra. Frattura scomposta della scapola sinistra, sette costole rotte e un trauma cranico con un numero imprecisato di punti di sutura. E’ questo il bollettino medico a distanza di circa 30 ore dal suo incidente. Nonostante tutto non ha perso il sorriso che lo ha sempre contraddistinto. Accanto a lui la moglie che commenta con ironia: “Ora il problema, quando tornerà a casa, sarà legarlo per farlo star fermo (ride ndr)”.
In effetti degenza e recupero del professore-consigliere comunale, non saranno brevi. “E’ andato tutto bene, ma ora sarà una cosa un po’ lunga – spiega dal suo letto di ospedale a Quilivorno.it Marco Cannito – Dovrò stare a casa in poltrona e a letto a sedere. Volevo ringraziare tutti, ma davvero tutti coloro i quali si sono fatti vivi con una chiamata, un messaggio o un abbraccio virtuale, che sono davvero tanti. Nella mattina di giovedì 24 maggio è venuto a trovarmi anche l’ex sindaco Cosimi, il sindaco Nogarin e il presidente del consiglio comunale. Trasversalmente sono stati veramente molti ad essermi vicino: dagli amici, ai colleghi, dai consiglieri comunali a quelli regionali. Insomma in tantissimi mi hanno dimostrato affetto e la cosa, nel male, mi ha fatto molto piacere”.
Dell’incidente il prof-consigliere si ricorda, però, pochissimo se non niente. “Mi ricordo soltanto che gli alunni mi avevano chiesto di poter aprire una finestra per il caldo. Poi il blackout. Non mi viene in mente altro. Mi hanno detto che inizialmente mi chiamavano ma io non rispondevo e che si sono spaventati perché pensavano che fossi morto. Poi mi ricordo di essermi trovato in Aula Magna seduto con molto sangue che perdevo dalla testa. Questo sì. Non ho mai perso conoscenza e sono sempre riuscito a dialogare e parlare con i miei soccorritori, che sono stati bravissimi, e con i primi che mi hanno prestato aiuto. Sono riuscito poi a parlare telefonicamente con mia moglie che ho rassicurato sin da subito. Infine il viaggio in pronto soccorso dove inizialmente si temeva per eventuali lesioni interne che, fortunatamente, sono state scongiurate. Adesso dovrò stare ancora qualche giorno qui in ospedale e poi il riposo assoluto a casa, prima di poter tornare… in forma”.
La cronaca dell’incidente e l’intervista alla collaboratrice della dirigente scolastica – Drammatico episodio avvenuto la mattina di mercoledì 23 maggio all’Istituto Vespucci-Colombo di via San Gaetano intorno alle 8.20. Una disavventura terminata con il professore di diritto ed economia (di 62 anni) che, dopo esser salito su di un ballatoio fatto di cartongesso, ed interdetto al passaggio pubblico come da espliciti cartelli, è franato al piano di sotto, dopo un volo di circa 4 metri, all’interno dell’Aula Magna. A ripercorrere con Quilivorno.it quanto è avvenuto è stata proprio la professoressa Antonella Simoncini, collaboratrice della dirigente dottoressa Simonetta Costagliola (clicca sul link in fondo all’articolo per guardare la video-intervista).
“Era la prima ora quando il nostro collega di diritto aveva iniziato da poco la lezione ad una classe seconda all’interno dell’aula multimediale intitolata a Luca Rondina. Alcuni alunni, a causa del caldo – spiega la professoressa Simoncini hanno chiesto all’insegnante di poter aprire la finestra che è divisa dall’aula da un ballatoio fatto di cartongesso, e da poco ristrutturato, ma interdetto al passaggio (come si vede in una delle foto pubblicate in pagina ndr) proprio perché fragile. L’operazione solitamente è effettuata tramite un braccio meccanico da un collaboratore scolastico. Il professore, mercoledì alla prima ora, però, dopo aver provato ad aprire con il braccio di ferro l’anta della finestra, si è avventurato a piedi sul ballatoio che è franato sotto le sue scarpe. Per fortuna le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni”.
Sul posto, oltre a polizia e vigili del fuoco, si sono portati i volontari della Svs con un’ambulanza con medico a bordo e quelli della Croce Rossa. Il professore è stato poi trasportato in pronto soccorso dove è stato curato dai medici di turno. Per lui si tratta di un trauma cranico e alcune contusioni ed escoriazioni. “E’ caduto sopra il televisore dell’Aula Magna – specifica la professoressa Simoncini – questo ha attutito sicuramente la caduta. Appena siamo entrati lo abbiamo trovato seduto e cosciente”.
A raccontare la drammatica esperienza anche alcuni alunni che, ancora sotto shock, si trovavano al piano terra dell’istituto in via San Gaetano, a distanza di un paio d’ore dall’accaduto. “Avevamo chiesto al professore di poter aprire la finestra – raccontano a Quilivorno.it gli alunni – prima ha provato con il braccio di ferro in dotazione per questo tipo di operazioni, poi, non riuscendoci è andato di persona. Da un momento ad un altro lo abbiamo visto precipitare giù dal niente. Ci siamo spaventati. Abbiamo provato anche a chiamarlo da sopra ma in un primo momento non rispondeva. Abbiamo temuto il peggio e avuto molta paura. Per fortuna ci hanno detto che si è ripreso, che è rimasto sempre cosciente e che non ha riportato gravi ferite. Siamo molto contenti e non vediamo l’ora di riabbracciarlo in classe”.
Anche il presidente della Provincia Alessandro Franchi ha voluto fare gli auguri di una rapida e completa guarigione al professore Marco Cannito puntualizzando alcuni aspetti della vicenda ed entrando nel merito della questione tecnico-strutturale.
“La scuola è stata concepita e costruita, a suo tempo, con un doppio volume che comprende uno spazio aperto al pianterreno, utilizzato come aula magna, e uno spazio al primo piano che copre parzialmente la stessa aula magna, adeguatamente delimitato da un ringhiera – spiega il numero uno della Provincia – Già al tempo in cui la Provincia ha preso in carico l’immobile scolastico ai sensi della legge 23/1996, detti spazi erano già separati per permetterne un uso indipendente e l’aula magna era stata isolata acusticamente dal volume soprastante con un controsoffitto in compensato“.
“Nel corso degli anni l’Amministrazione Provinciale ha effettuato numerose opere di manutenzione straordinaria – continua Franchi – tra cui il consolidamento strutturale delle fondazioni e la sistemazione dell’aula magna, che ha visto la sostituzione del controsoffitto in compensato, con una plafonatura in cartongesso, così da garantire un miglior isolamento acustico. Inoltre, la parte di balaustra sul lato del corridoio era stata chiusa fino al soffitto proprio per garantire una maggiore sicurezza. La plafonatura in cartongesso, per le sue caratteristiche tecniche, non è in alcun modo assimilabile ad un solaio (che invece ha una precisa portanza) e la sua funzione è semplicemente quella di fungere da copertura insonorizzante. Per questo il pannello si trova oltre una ringhiera, e lo spazio antistante, quello al di qua della balaustra, è interdetto ad alunni e insegnanti e consentito solo al personale ausiliario per l’apertura della finestra”.
“Dopo il sopralluogo effettuato immediatamente dopo l’accaduto – conclude il presidente Franchi – dalla responsabile del Servizio edilizia scolastica della Provincia, si è deciso, di concerto con la dirigenza scolastica, di superare il problema dell’apertura manuale della finestra con un dispositivo elettrico”.
Parla Nogarin – “Un docente dell’istituto tecnico Colombo, che oltretutto è un amico oltre che un Consigliere comunale, è caduto da tre metri di altezza a causa del cedimento di un controsoffitto in cartongesso – scrive il primo cittadino sulla sua pagina Facebook – Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato lui a commettere un’imprudenza, recandosi in un posto in cui non avrebbe dovuto accedere, visto che sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione. A scanso equivoci, chiariamo subito che questa è una scuola superiore e la sua manutenzione è dunque in capo alla Provincia. Ma il punto fondamentale è un altro: il patrimonio scolastico del nostro paese ha un disperato bisogno di manutenzione e questo significa che gli investimenti non possono più essere rimandati. Se vogliamo davvero garantire la sicurezza di chi frequenta le nostre scuole, è necessario che il governo investa con decisione”.
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