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Dogane, sequestrate 3 tonnellate di gas pericolosi per l’ambiente

Mercoledì 23 Settembre 2020 — 16:03

Sotto i sigilli sono finite 300 bombole di gas refrigeranti provenienti dalla Cina che sono state sequestrate e verranno smaltite al più presto. Avrebbero rilasciato 6.800 tonnellate di anidride carbonica

di Chiara Montesano

L’Agenzia Dogane e Monopoli di Livorno, dopo un’attenta analisi documentale, ha sequestrato 300 bombole di gas (pari a tre tonnellate) provenienti dalla Cina e dirette nel Lazio che risultano essere pericolose per l’ambiente; l’uso di questi gas avrebbe immesso nell’atmosfera 6.800 tonnellate di anidride carbonica che rilasciata nell’ambiente “sarebbe stata equiparabile a quella rilasciata da una macchina che percorre 35 milioni di chilometri”, hanno sottolineato i dirigenti dell’Agenzia delle Dogane.

Gli oggetti sequestrati contenevano idrofluorocarburi a effetto serra e idroclorofluorocarburi che riducono lo strato d’ozono, inoltre erano contenuti in bombole non ricaricabili che sono ormai vietate dal 2007. Come ha spiegato in conferenza stampa Giovanni Parisi, direttore dell’Ufficio Dogane, questi gas sono soggetti a particolari restrizioni o obblighi. Secondo i regolamenti dell’Unione Europea infatti prevedono un’importazione di queste sostanze contingentata e con necessità di particolari autorizzazioni in modo da ridurne l’introduzione e l’utilizzo. Le varie ditte possono richiedere una quota di importazione per questi tipi di gas.

Il circuito doganale di controllo è iniziato perché l’esportatore era un soggetto sconosciuto e si erano evidenziate alcune lacune nei documenti. Le bombole erano state dichiarate come vuote, mentre la società importatrice ha successivamente dichiarato che si trattasse di bombole piene. La ditta con sede nel Lazio non risulta assegnataria delle quote necessarie per importare il gas in questione, inoltre si ha l’aggravante delle bombole non ricaricabili.

Il carico, del valore di 30.000 euro, è stato sequestrato e verrà poi successivamente smaltito. È stato inoltre richiesto l’intervento dell’Ufficio Antifrode dell’Unione Europea per conoscere l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti a livello internazionale.

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