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Droga, sgominata banda: 30 cessioni al giorno a clienti 20enni. Dove spacciavano

Giovedì 18 Luglio 2019 — 08:15

Sono dieci le persone interessate dai provvedimenti emessi dal gip. Ecco le modalità di vendita della droga e a chi cedevano lo stupefacente

Alle prime luci dell’alba di giovedì 18 luglio, su disposizione della procura della Repubblica di Livorno, la squadra mobile di Livorno, in collaborazione con l’ufficio investigativo della questura di Lecce, ha eseguito l’ordinanza di applicazione di alcune misure cautelari personali emessa dal Gip del tribunale di Livorno, nei confronti di 10 persone (nella foto la dirigente della squadra mobile livornese, Valentina Crispi, e il questore Lorenzo Suraci)
Si tratta di uomini (di età compresa tra i 33 e i 23 anni) di nazionalità albanese, tunisina ed italiana, che avevano costituito un gruppo criminale dedicato alla vendita di sostanze stupefacenti realizzata nelle principali piazze di spaccio della città di Livorno. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, si stanno eseguendo, in queste ore, 13 perquisizioni domiciliari e personali ordinate dall’autorità giudiziaria.
Di questi dieci, tutti ritenuti responsabili del reato di detenzione e cessione di sostanza stupefacente, tra cui cocaina, eroina, marijuana e anfetamina (art 110 c.p, 73 DPR 309/1990), quattro sono finiti in carcere, ad una persona è stato comminato l’obbligo di firma e a 5 persone l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. In questo contesto altre tre persone sono state denunciate a piede libero.
Trenta cessioni al giorno – L’attività d’indagine, svolta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché servizi di osservazione e pedinamento, ha permesso di documentare e riscontrare numerosissime cessioni di sostanza stupefacente da parte degli indagati, circa 30 al giorno nel periodo compreso da maggio al dicembre del 2018.
Le piazze dello spaccio – I poliziotti della squadra mobile hanno concentrato la loro attenzione investigativa su vari pusher stranieri e italiani impegnati, quotidianamente, nell’attività di spaccio di droga nelle principali piazze cittadine. Stiamo parlando di via Garibaldi, piazza Garibaldi, piazza della Repubblica, piazza XX settembre, piazza Cavour, piazza Grande, piazza del Municipio, il mercato ortofrutticolo di piazza Cavallotti, via Giordano Bruno e all’interno dell’ex Stazione San Marco. Sono queste le zone in cui i pusher cedevano droga a giovani clienti, per lo più italiani. “L’eta dei clienti si aggira tra i 20 e i 25 anni – spiega la dirigente Valentina Crispi – Nei mesi di indagine ne avremo fermati circa un centinaio. Sono tutti giovanissimi. Si parla di studenti in alcuni casi, studenti universitari in altri casi ancora, che telefonavano ai pusher stranieri per approvvigionarsi della droga”.
Le modalità dello spaccio – L’attività di spaccio era ben strutturata: l’acquirente si accordava telefonicamente con lo spacciatore per avere indicazioni circa il luogo in cui poter acquistare la dose di stupefacente e, ricevute le informazioni richieste, si recava all’appuntamento, in zone della città di volta in volta sempre diverse. Inoltre, in questa prima fase avveniva la sola consegna del denaro, mentre, poco dopo, un altro soggetto con il ruolo di mero pusher, in un luogo poco distante, effettuava la consegna della droga. Queste modalità rendevano, secondo gli indagati, più sicura la vendita illecita di droga poiché la stessa veniva eseguita da persone diverse e in luoghi diversi.

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