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Emanuele è tornato a casa: “Siete una marea. Grazie a tutti”

Lunedì 4 Luglio 2022 — 16:34

Le prime parole pubbliche di Ema dopo il 21 giugno: "L'esplosione mi ha sbalzato fuori dall'officina. Ho cercato di salvare il salvabile. Grazie a tutti i meravigliosi dottori e infermieri che mi hanno sopportato, supportato e donato qualcosa che è andato oltre il lavoro e la professionalità". I primi a soccorrerlo un barista e un bancario della zona

“Visto quello che è successo poteva andarmi molto peggio. Ricordo praticamente tutto fino al momento in cui entro in ambulanza. Mi sono risvegliato all’ospedale di Livorno dopo una settimana circa di coma farmacologico”. Dopo quanto accaduto il 21 giugno, le cui cause sono da accertare, domenica 3 luglio Emanuele è tornato finalmente a casa. “L’esplosione – racconta – mi ha sollevato e sbalzato fuori dall’officina, sull’asfalto, a circa 1 metro di distanza. Mi sento di aggiungere, per fortuna, sono stato sbalzato fuori”. Emanuele non ha perso conoscenza; si è rialzato e nel tentativo di “salvare il salvabile” è tornato all’interno dell’officina e ha preso l’estintore per cercare di spegnere l’incendio. “L’ho letteralmente svuotato sulle fiamme ma non sono riuscito a fare molto. “Usciamo, andiamo via” mi ha urlato Fabrizio (un barista della zona, tra i primi cittadini ad intervenire, ndr) che era entrato con me prendendo l’altro estintore. Dovevo fare qualcosa, ringrazio Fabrizio per il coraggio nell’entrare con me”. Emanuele si è poi diretto verso la rampa che dall’officina porta al livello della strada sugli scali Saffi, dove gli è andato incontro Giovanni, bancario della zona, l’altro cittadino tra i primi a intervenire, che lo ha fermato iniziando a bagnarlo. “Solo in quel momento, avvertendo i primi dolori, forse anche perché l’adrenalina del momento iniziava ad andar via, mi sono reso conto di essermi bruciato”. Sempre sulle sue gambe, Ema ha raggiunto l’ambulanza. “Il ricordo che ho in ambulanza è di aver alzato il bacino per farmi togliere i pantaloni e poi la maglia. I miei ricordi arrivano qui”. Solo quando si è svegliato ha saputo di essere stato trasportato prima all’ospedale di Livorno, poi a Pisa e quindi ancora Livorno dove, appunto, si è svegliato. In quei giorni è stato il fratello Edoardo ad aggiornare tutti quanti con una sorta di bollettino medico su Fb. Mentre Ema solo in queste ultime ore, dedicando in particolare le energie a qualche passo e un po’ di stretching senza affaticarsi troppo, ha iniziato a vedere le immagini dei tanti video finiti sui social quel giorno e a rispondere ai tanti messaggi di vicinanza e affetto. Sentimenti di vicinanza e affetto che gli amici hanno voluto rendere pubblici con degli striscioni e che Ema ha voluto ricambiare su Fb con dei ringraziamenti rivolti a tutti: “Ci vorrà del tempo per guarire completamente, ma il peggio è passato. Voglio abbracciare uno ad uno i membri della mia splendida famiglia, che si sono stretti più che mai, facendomi sentire protetto e mi hanno dato la carica per poter rialzare la testa e combattere per la mia vita a cui tengo tantissimo. Voglio ringraziare chi mi ha aiutato sin dall’inizio come Fabrizio e Giovanni, i miei amici sopraggiunti a tempo record sul posto dell’incidente e tutti i meravigliosi dottori e infermieri che vedendomi completamente depresso e affranto mi hanno sopportato, supportato e donato qualcosa che è andato oltre il lavoro e la professionalità, rapportandosi in modo da farmi capire che persone umane e sensibili ce ne sono ancora e molte. Voglio abbracciarvi e ringraziarvi tutti, molti nomi non li so neanche, con molti amici avrò modo di farlo e con alcuni ho già iniziato a farlo (anche se telefonicamente ovviamente). Per il momento sono debole e ancora debilitato e voi siete stati tantissimi, una marea. Riesco a fare pochissimo perché ho bisogno di riposare, ma arriverà il momento di ringraziarvi uno ad uno […]”.

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