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Gli ordini con whatsapp per la “coca” dal Messico: 8 arresti. I NOMI

Martedì 31 Luglio 2018 — 12:05

Il carico arrivava da Puerto Escondido. Una volta a Livorno, lo stupefacente veniva commercializzato. Le consegne su appuntamento concordato telefonicamente o tramite whatsapp. Gli acquirenti? Tutti giovanissimi di età compresa tra i 20 e i 30 anni ed in alcuni casi minorenni

Otto ordini di custodia cautelare in carcere e un indagato. Tutti incensurati. E’ questo il bilancio dell’operazione “Porto Nascosto” portata a termine con successo nelle prime ore della giornata di martedì 31 luglio dai carabinieri di Livorno. Una fitta rete di spaccio internazionale con ordini di “cocaina” fatti tramite whatsapp da un gruppo di amici che si avvaleva della conoscenza di due donne messicane, residenti a Livorno, utilizzate come “corrieri” internazionali della droga.
I carabinieri della compagnia di Livorno hanno dato esecuzione, in questa provincia ed in quella di Ravenna, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal  gip del tribunale di Livorno, su richiesta del pm Massimo Mannucci, nei confronti di 8 persone, ritenute responsabili in concorso di spaccio di cocaina. Una nona persona è indagata in stato di libertà per lo stesso reato.
L’indagine “Porto Nascosto”, nome che prende spunto da Puerto Escondido, località messicana dove veniva presa la cocaina per poi essere spacciata in Italia, nasce nello scorso ottobre quando i militari dell’Arma, a seguito di indagini, sono riusciti ad individuare in alcuni giovani livornesi i referenti dell’attività di approvvigionamento di “coca”, che successivamente provvedevano a commercializzare in città. “Livorno si conferma una piazza di spaccio importante – ha commentato il comandante dei carabinieri di Livorno, il colonnello Alessandro Magro (nella foto in pagina insieme al capitano Guglielmo Palazzetti) – E’ per questo che non caliamo mai l’attenzione su questo tipo di reato, anzi, siamo sempre in massima allerta e combattiamo questo crimine con costanza e dedizione”.
È stata avviata così una complessa attività investigativa, con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha coordinato le attività all’estero e fornito supporto informativo e tecnico, che ha consentito di individuare il canale di rifornimento.
La droga, stoccata in Messico, era trasportata via aereo da due donne, di origine messicana, ma residenti a Livorno, che la nascondevano abilmente addosso o all’interno dei propri bagagli a mano che passavano così indenni dai controlli. I viaggi transoceanici venivano effettuati con cadenza quadrimestrale. La rotta che veniva seguita era Città del Messico-Madrid-Milano-Bologna-Livorno.
È proprio al ritorno in uno dei loro viaggi dal Messico che le due donne venivano tratte in arresto nello scorso mese di giugno a Livorno e in provincia di Bologna, perché trovate complessivamente in possesso di 850 grammi di cocaina pura, nonché di materiale per il confezionamento e il taglio dello stupefacente.
La mattina di martedì 31 luglio l’operazione si è conclusa con l’arresto di altri sei italiani, di cui cinque livornesi ed un emiliano, accusati di aver immesso e ceduto lo stupefacente sulla piazza labronica, dove le consegne al dettaglio avvenivano su appuntamento concordato telefonicamente o tramite whatsapp.
Le indagini hanno anche messo in evidenza come, attraverso una tabaccheria del centro di Livorno, venivano effettuati movimenti di denaro, sfruttando i circuiti finanziari di Postpay e WesternUnion, attraverso i quali venivano effettuate ricariche di tessere prepagate. Quando il gruppo di spacciatori locali aveva abbastanza richiesta dalla piazza effettuavano pagamenti tramite appunto Postpay o WesterUnion, su carte ricaricabili intestate a persone insospettabili, e le due messicane facevano “la spesa” per poi ritornare in Italia con il carico ordinato.
La cocaina veniva trasportata all’interno di piccoli ovuli, come si vede nelle foto in pagina fornite dai carabinieri, di pochi centimetri di diametro. Gli “ordini” variavano di entità di volta in volta fino ad un massimo di 11mila euro.
Su whatsapp poi il gruppo si scambiava informazioni sul luogo dello smistamento dei “pacchi” provenienti da Puerto Escondido e sui quantitativi: “un quartino”, per 0,25 grammi e così via con tanto di “ci troviamo lì…” con relativa indicazione di piazza o strada.

ALCUNI ORDINI RITROVATI A CASA DEGLI ARRESTATI DOPO LE PERQUISIZIONI DOMICILIARI

La droga veniva rivenduta ad un pubblico di giovanissimi, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, tutti livornesi. In alcuni casi lo spaccio è avvenuto anche nei confronti di minorenni. Il prezzo di base era circa 40 euro per mezzo grammo di cocaina raffinata e tagliata in loco dal gruppo finito nel mirino degli inquirenti. I carabinieri hanno individuato in tutto un gruppo di circa 20 acquirenti da ottobre fino ad oggi.
Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, raccolti dal Nucleo Operativo della Compagnia di Livorno, la procura di Livorno ha richiesto per 7 degli indagati l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e per un altro gli arresti domiciliari, con l’accusa di concorso e detenzione ai fini di spaccio, trovando la piena concordanza da parte del giudice per le indagini preliminari. A carico di tutti e nove gli indagati sono state eseguite perquisizioni locali e personali.

Ecco i nomi degli arrestati forniti dai carabinieri al margine della conferenza stampa effettuata nei locali della caserma di viale Fabbricotti martedì 31 luglio.

In carcere:
– Alicia Ortiz Hernandez, messicana classe ’56
– Sanchez Barroso Ortiz, messicana classe ’71
– Silvia Romiti, livornese classe ’79
– Davide Simonini, bolognese classe ’72
– Mauro Melai, livornese classe ’72
– Luca Carli, livornese classe ’78
– Filippo Matteucci, livornese classe ’78

Ai domiciliari:  
– Manuela Sanfilippo, nata a Bronte e residente a Livorno, classe ’86

Non è stato invece fornito il nome del tabaccaio indagato a piede libero.

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