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Il figlio piange nella notte e salva i genitori dal monossido. Il padre: “E’ un miracolo”

Venerdì 23 Novembre 2018 — 13:15

Il padre: "In ospedale ci hanno detto che abbiamo rischiato tantissimo. Io e mia moglie dobbiamo la vita a nostro figlio che, piangendo, ci ha svegliato nel cuore della notte. Un messaggio a tutti: godetevi la vita ogni istante"

di Giacomo Niccolini

Un pianto nella notte, il padre che si sveglia per andare a ninnare il piccolo di neanche tre anni. Ma subito si accorge che qualcosa non va. Il giramento di testa, il senso di nausea, la diarrea e la moglie che non riesce ad essere pronta e reattiva come suo solito al richiamo notturno del figlio. Così l’istinto di spalancare la finestra per respirare, per sopravvivere, e di prendere il cellulare alla mano per chiamare i soccorsi. E’ così che si è salvata da una intossicazione da monossido di carbonio una giovane famiglia, residente in zona Calzabigi il cui padre, contattato telefonicamente da Quilivorno.it, ha deciso volentieri di raccontare la sua disavventura chiedendo, per privacy, di rimanere anonimo.
“E’ stato davvero un miracolo ed è grazie a mio figlio che adesso sono qua a raccontarvi l’episodio – racconta in maniera lucida appena dimesso dall’ospedale di Livorno la mattina di venerdì 23 novembre il babbo al telefono con il nostro giornale – E’ proprio grazie al pianto del piccolino, che ci ha svegliato nel cuore della notte, che mi sono reso conto che qualcosa stava andando per il verso sbagliato”.
Poi il padre inizia nel dettaglio il racconto di una notte drammatica che ha la fortuna di non portare strascichi dietro di sé. “Il primo richiamo è stato intorno alle 3,30. Il primo pianto, la prima richiesta di aiuto da parte di nostro figlio – spiega dettagliatamente il papà – Mi sono alzato, l’ho cullato un pochino e ho provato a svegliare mia moglie che però risultava intorpidita, non reattiva come spesso fa di notte quando ci chiama nostro figlio. Comunque ho visto che il piccino aveva ripreso sonno e, nonostante mi girasse la testa, mi sono coricato di nuovo a letto. Sarà perché mi sono alzato d’improvviso nel cuore della notte, mi sono detto. E ho ripreso sonno. Fino alle 4,15 quando il bimbo ha pianto di nuovo. Stavolta più forte. Alzandomi i sintomi erano peggiorati: nausea e diarrea. Ho chiamato mia moglie che però era molto spossata. A quel punto ho avuto l’istinto di aprire la finestra, ho spalancato tutto in camera e in salotto. Mi sono preoccupato del bambino, poi sono andato in bagno. Al ritorno ho visto che mia moglie, con un po’ d’aria fresca, stava meglio. Ma, visto che era svenuta nel cuore della notte anche tre giorni fa, ho deciso di chiamare l’ambulanza spiegando i sintomi per filo e per segno alla centrale operativa”.
Pochi minuti dopo sul loro pianerottolo di casa ecco una squadra dei vigili del fuoco e i sanitari della Misericordia di Livorno e infine anche quelli della Svs. I pompieri hanno subito effettuato le rilevazioni del caso. “Non capivo – continua il racconto il babbo – nessuno voleva entrare in casa. Sentivo solo un forte e ritmato bip-bip. Mi hanno detto che quello era il rilevatore di monossido di carbonio nell’aria e ci hanno invitato ad uscire quanto prima dall’appartamento perché la casa era satura“.
Così babbo, mamma e figlio sono stati trasportati d’urgenza al pronto soccorso e lì sono stati presi in carico dai medici di turno. “La dottoressa che mi ha visitato mi ha detto chiaramente che abbiamo rischiato grossissimo. Potevamo non svegliarci più. Io avevo il 38% di monossido nel sangue, mia moglie il 32% e il piccolino il 17%. Mi hanno spiegato in ospedale che se si toccano i valori del 42-43% si rischia di addormentarsi e non svegliarsi più. A quel punto sono scoppiato a piangere. E non sono una persona che ha la lacrima facile, credetemi. Ma davanti a quelle parole non ho retto. Ho pensato veramente che è tutto un equilibrio precario e mi sono subito sentito di mandare un messaggio ai miei amici: godetevi la vita ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. E’ stato un mezzo miracolo, anzi no, un miracolo davvero. E se siamo qui ancora sani e salvi lo devo senza dubbio a mio figlio”.
Padre e madre sono stati poi dimessi nella mattina di venerdì 23 novembre. Il bambino invece è ancora in osservazione in Pediatria ma per fortuna, come assicurano i medici, fuori da ogni tipo di pericolo.
Sulle cause di quanto accaduto le indagini sono in mano alla magistratura che si avvarrà delle rilevazioni e dei riscontri dei tecnici che hanno effettuato un sopralluogo in queste ultime ore all’interno dell’appartamento. “Non so sinceramente da cosa sia derivata la nostra intossicazione da monossido – conclude il padre-  La magistratura indagherà e capirà le cause. Quello che so è che è andata bene e che devo tutto a nostro figlio. E’ un po’ come rinascere una seconda volta”.

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