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Incendi, arrestato dalla polizia un 26enne

Sabato 3 Dicembre 2022 — 14:48

Nella foto un vigile del fuoco in azione durante lo spegnimento del camper andato a fuoco in via del Littorale

Le motivazioni alla base degli incendi (prevalentemente ripetitori di telefonia), ricostruite nel corso delle indagini svolte con pedinamenti analisi filmati e intercettazioni, sarebbero da ricondurre "all’adesione incondizionata ad alcune teorie diffuse su internet secondo le quali sarebbe necessario attaccare l’instaurato nuovo ordine mondiale di cui antenne 5 G  e misure anticovid sarebbero una delle concrete espressioni". L'arrestato ha consegnato un documento, all'esame del pm, in cui ribadisce i concetti alla base di questi gesti

Dal 29 ottobre al 1 novembre, nell’arco di 3 giorni, si sono verificati 9 incendi dolosi commessi ai danni prevalentemente di ripetitori di telefonia ma anche di due camper, di una motrice di veicoli industriali e della centrale Terna dell’energia elettrica in via Ghiomelli. Tutti, si legge in un comunicato inviato dalla questura il 3 dicembre, causati utilizzando benzina o comunque liquido infiammabile. Analoghi episodi, per modus operandi e obiettivi (ripetitori di telefonia mobile), si sono verificati a Calambrone il 3 e 7 novembre. Le indagini dirette dalla Procura di Livorno ed effettuate dalla polizia pur non escludendo altre piste – compresa quella anarchica rispetto alla quale, però, obiettivi e modalità dei fatti destavano perplessità – si sono indirizzate valorizzando gli indizi al momento rilevati e perciò nei confronti dell’indagato, un cittadino macedone di 26 anni. Questo perché la sua auto era nei pressi di via dello Struggino luogo dell’incendio ad un ripetitore di telefonia. A tale esito la Digos è giunta prevalentemente attraverso l’attento esame delle telecamere di videosorveglianza installate dal Comune di Livorno e al successivo incrocio dei dati emersi con altre importanti evidenze investigative. Successivamente si è proceduto con attività di indagine tradizionale effettuando pedinamenti giorno e notte, anche per impedire l’eventuale commissione di nuovi atti criminosi che avrebbero potuto mettere in pericolo l’incolumità pubblica. Tale attività è stata svolta anche con l’apporto di personale specializzato della Questura di Firenze. E a seguito delle attività investigative svolte con analisi filmati, osservazione e pedinamenti, e intercettazioni attivate con procedura d’urgenza dalla Procura della Repubblica, sono emersi ulteriori indizi idonei a consentire una ricostruzione di massima della vicenda ed a comprendere le motivazioni del gesto. Motivazioni che, si legge ancora nel comunicato, sarebbero da ricondurre “all’adesione incondizionata ad alcune teorie diffuse su internet secondo le quali sarebbe necessario attaccare l’instaurato nuovo ordine mondiale, di cui antenne 5G e misure anticovid sarebbero una delle concrete espressioni, perché funzionali al mantenimento di tale nuovo ordine occultamente formatosi”.
Valutati gli elementi probatori il Gip del Tribunale di Livorno ha disposto, su richiesta della Procura della Repubblica, la custodia cautelare in carcere dell’indagato ritendo la sussistenza di gravi indizi in relazione alla commissione degli incendi del: 1 novembre alle 22.40 in via dello Struggino ai danni dei ripetitori telefonici WIND3 e Vodafone; del 1 novembre alle 04.29 in via Salvatore Orlando ai danni di un veicolo industriale e del rimorchio; del 7 novembre alle 23.38 a Pisa, Traversa A Via Aurelia Sud, ai danni dei ripetitori telefonici Wind3 e Iliad.
Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia che ha perquisito l’abitazione dell’indagato sequestrando alcuni documenti e supporti informatici di interesse investigativo. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento di custodia cautelare lo stesso indagato, anche grazie all’attività di sostegno effettuata da personale della Digos di Livorno specializzato nell’attività di sostegno psicologico e negoziazione, ha consegnato un documento scritto – ora all’esame del pm – in cui ribadisce i concetti alla base di questi gesti. Successivamente l’arrestato è stato tradotto alle Sughere in attesa che il Gip fissi l’interrogatorio di garanzia. Ovviamente, conclude la nota stampa della questura, si tratta solo della fase iniziale del procedimento e le accuse dovranno essere esaminate dal Giudice che valuterà anche le tesi difensive, per cui ogni giudizio è, allo stato, assolutamente prematuro.

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