“L’abbiamo salvata dicendole pensa ai tuoi figli. Poi ci siamo abbracciati tutti e tre”
A parlare sono Ubaldo Sanna, 58 anni, e Pierfrancesco Duello, 29, i due carabinieri che hanno salvato la vita alla donna che ha tentato il suicidio dal ponte di Calignaia. Burzio: "Orgogliosa di essere la loro comandante. Salvare una vita è la massima espressione del nostro lavoro"
“Emotivamente, uno degli interventi più importanti e delicati della carriera”. A parlare sono l’appuntato scelto con qualifica speciale Ubaldo Sanna, 58 anni, siciliano, quasi 40 anni di servizio nell’Arma, da 25 a Livorno, capo
equipaggio dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile, e il carabiniere Pierfrancesco Duello, 29 anni, originario di Formia, da cinque anni all’Arma e da quattro e mezzo a Livorno, autista guida veloce dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile. Sono loro i due militari che nella notte tra sabato 11 e domenica 12 ottobre hanno salvato la vita ad una donna che ha tentato il suicidio dal ponte di Calignaia. Sanna e Duello hanno davvero gli occhi lucidi otto giorni dopo l’accaduto. “Anche se è il nostro lavoro e siamo addestrati per questo sono comunque cose che scuotono, situazioni che ti coinvolgono e ti lasciano il segno” spiegano nell’ufficio della comandante della Compagnia di Livorno Federica Annalisa Burzio che aggiunge: “Sotto la divisa ci sono uomini e donne. Mi congratulo pubblicamente con loro. Orgogliosa di essere la loro comandante. Salvare una vita è la massima espressione del nostro lavoro”.
Erano le 3.45 di domenica 12 ottobre. Dopo la chiamata di un passante al 112 NUE, che ha girato la segnalazione alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri, sul posto si è portato l’equipaggio formato da Sanna e Duello. La donna aveva oltrepassato la protezione del ponte ed era in equilibrio su un tubo metallico a oltre 12 metri di altezza. “Andare noi da lei avrebbe messo in pericolo la sua e la nostra vita, con il nostro peso il tubo avrebbe potuto cedere da un momento all’altro”. Così è iniziata una conversazione di circa 30 minuti. I carabinieri sono riusciti a entrare in sintonia con lei. “Mentre le parlavamo le tenevamo i polpastrelli con i nostri polpastrelli attraverso le fessure della rete”, raccontano. Ad un certo punto, Sanna le ha detto testualmente “pensa ai tuoi figli”: “Sì, forse è stata la frase decisiva. C’è stato un attimo di silenzio, è come se avesse riflettuto su quelle parole, dopodiché ha scavalcato tornando verso la strada”. I due colleghi hanno agito con pazienza, sensibilità e professionalità e sciolta la tensione c’è stato un abbraccio di gruppo tra loro e la donna. “Ci siamo lasciati promettendole che come istituzione se in futuro avesse avuto bisogno noi saremmo stati presenti”.
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