Lavorava in “nero” e percepiva il reddito di cittadinanza
L'uomo, 60 anni, fermato dalla Finanza, effettuava consegne a domicilio per conto di un ristorante cinese. Per lui è scattato l’obbligo di restituzione di quanto già riscosso (3.750 €)
Percepiva 600 euro al mese di sussidio ma lavorava in “nero” per conto di un ristorante cinese effettuando consegne a domicilio. Lo si apprende in un comunicato diffuso dalle Fiamme Gialle il 12 dicembre. L’uomo, si legge, è stato fermato dalla Finanza durante un posto di controllo nell’area industriale della città e dai successivi riscontri è emerso che il sessantenne, lucchese residente a Livorno, riceveva da primavera quasi il massimo del sussidio mensile (600 euro su un massimo di 780 €). Per lui è scattata l’immediata decadenza del beneficio, interrotto dall’Inps, con l’obbligo di restituzione di quanto già riscosso (3.750 €). Sanzionati amministrativamente sia il lavoratore che il titolare del ristorante. Non è scattata anche la denuncia penale perché al momento della domanda del reddito di cittadinanza, il 60enne era in possesso dei requisiti previsti dalla legge e non ha presentato dati falsi.
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