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Maxi sequestro per un valore di 400mila euro: nel mirino due imprenditori

Venerdì 13 Aprile 2018 — 08:55

I due sono finiti nel registro degli indagati per il reato di evasione fiscale e bancarotta fraudolenta

Gli uomini della guardia di finanza di Livorno, su ordine della Procura della Repubblica (pm Daniele Rosa), nei giorni scorsi hanno dato esecuzione ad un decreto – emesso dal Gip del tribunale di Livorno Antonio del Forno – di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni mobili riconducibili ad una società di capitali livornese operante nel settore del commercio all’ingrosso di materiale elettrico e dei suoi due amministratori (D.S., rappresentante legale della società e M.S. amministratore di fatto della stessa).

La misura ablatoria è stata disposta all’esito delle attività d’indagine condotte dal Nucleo Operativo del gruppo della guardia di finanza di Livorno, le quali hanno posto in luce numerose criticità sul conto della società e dei suoi amministratori che, negli anni dal 2011 al 2015, non hanno presentato le dichiarazioni fiscali obbligatorie, celando al Fisco gli ingenti introiti conseguiti, ammontanti a circa 3,5 milioni di euro.

Al termine dell’esame condotto nel corso di una verifica fiscale della documentazione contabile ed extracontabile della società nonché all’esito dell’incrocio di dati appresi mediante un’analisi trasversale di elementi acquisiti attraverso le banche dati in uso al Corpo, i finanzieri sono giunti alla ricostruzione del reale volume d’affari dell’impresa ed alla denuncia dei due imprenditori per il reato di omessa dichiarazione.

Proprio in relazione a tale ipotesi delittuosa, i finanzieri del Gruppo di Livorno hanno eseguito il citato decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, emesso dal Tribunale labronico, sino a concorrenza delle imposte evase.

Ricostruite le attuali disponibilità finanziarie e patrimoniali dei due imprenditori, sono stati sottoposti a misura ablatoria beni mobili ed immobili per il complessivo valore di circa 400.000 euro, ponendo il vincolo su disponibilità finanziarie, quote sociali e 3 immobili (tre appartamenti in un villino del valore di circa 370.000).

Le investigazioni svolte hanno, inoltre, portato alla denuncia dei due imprenditori, oltre che per il reato di omessa dichiarazione, anche per quello di bancarotta fraudolenta, avendo le indagini permesso di rilevare come i medesimi avessero distratto dalle casse della società, dichiarata fallita nel maggio del 2015, liquidità per oltre 250.000 euro.

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