Molestie a due bambine: in carcere un cinquantenne livornese
Il provvedimento è a carico di un uomo livornese cinquantenne che nello scorso mese di giugno si era reso autore di almeno due episodi, qualificati penalmente come violenza sessuale, nei confronti di due ragazzine minori di tredici anni
Nel pomeriggio del 29 luglio la Squadra Mobile ha dato esecuzione alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Livorno su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di un uomo livornese cinquantenne, che nello scorso mese di giugno si era reso autore di almeno due episodi, qualificati penalmente come violenza sessuale, nei confronti di due ragazzine minori di tredici anni. Il primo evento, come si legge in una nota stampa diramata dalla questura la mattina del 30 luglio, su cui era intervenuta una volante della Polizia di Stato, era avvenuto all’interno di un condominio, dove l’uomo aveva abbracciato una bambina, con un atto di chiara connotazione sessuale, impedendole di rientrare in casa.
Nel secondo – specifica la nota stampa della questura inviata ai media – avvenuto pochi giorni dopo in un parco pubblico, lo stesso individuo si era avvicinato ad un’altra piccola vittima, invitandola, con frasi allusive, a seguirlo nella sua abitazione, dicendole che sarebbero stati soli e tirandola al contempo per un braccio. L’intervento di alcune persone presenti nel parco pubblico e la prontezza della sorella maggiore, avevano determinato la messa in sicurezza della bambina e il personale del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri, prontamente avvisato e intervenuto, aveva scongiurato la reazione da parte dei presenti.
Le successive indagini portate avanti dalla Squadra Mobile e dal Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri, su delega della Procura della Repubblica di Livorno, avevano permesso di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, con l’escussione di numerosi testimoni e di delineare precisi elementi indiziari connotando la pericolosità dei fatti rappresentati.
Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.
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