Picchiata con la bottiglia: marito 28enne arrestato. Fermato a Genova, la questura: “Stava scappando”
La polizia di Stato ha raccolto il lavoro degli investigatori della Squadra Mobile della questura di Livorno che, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, nella giornata del 3 aprile hanno tempestivamente assicurato alla giustizia Aymen Gasmi, tunisino 28enne, regolare sul territorio, in quanto ritenuto responsabile del tentato omicidio aggravato, commesso, tra l’altro, con crudeltà e per futili motivi, del 2 aprile ai danni della moglie, cittadina italiana, con cui sono in corso le pratiche di separazione. La notizia è stata resa nota da un comunicato stampa della questura.
La vittima è stata attesa sotto casa, in zona La Rosa, al rientro dopo un’uscita con le amiche ed è stata aggredita a sorpresa. Dopo l’iniziale agguato avvenuto per strada, la persona offesa ha cercato di trovare rifugio a bordo della propria autovettura ma questo tentativo non ha sortito gli effetti sperati perché il marito, come si legge nella nota stampa della polizia, ha sfondato il finestrino dell’auto e ha infierito con ancor maggiore crudeltà verso la vittima indifesa. L’aggressione è quindi proseguita anche con l’utilizzo di una bottiglia di vetro che era nell’immediata disponibilità del reo e che è stata appositamente spaccata per terra al fine di usarne il collo rotto in modo da aumentarne l’azione lesiva rivolta principalmente al capo ed al volto della vittima. L’azione criminale è stata interrotta per cause indipendenti dalla volontà del colpevole.
Difatti, soltanto il tempestivo intervento dei genitori della donna di 31 anni che, nell’estremo tentativo di richiamare l’attenzione di terzi, stava suonando insistentemente il clacson dell’autovettura, mettendo così in fuga l’aggressore che ha fatto perdere le sue tracce.
La vittima è stata immediatamente ricoverata in codice rosso presso all’ospedale da cui veniva successivamente dimessa con una prognosi iniziale di 60 giorni per numerose ferite multiple al volto ed alla testa.
Le immediate ricerche dell’uomo, effettuate nei luoghi solitamente frequentati dal marito tunisino, hanno dato esito negativo. Pertanto, data l’urgenza, si è subito attivata d’intesa con l’autorità giudiziaria un’articolata e complessa attività d’indagine nel corso della quale gli inquirenti hanno appreso che il 28enne stava per darsi alla fuga, verosimilmente a mezzo di un treno diretto verso il nord Italia.
L’aggressore è stato quindi prontamente rintracciato grazie all’efficace condivisione informativa tempestivamente realizzata con personale del Compartimento Polizia Ferroviaria Liguria che ha localizzato il fuggitivo mentre stava scendendo alla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe dal treno Frecciabianca su cui era salito alla stazione di Pisa Centrale. Con sé al momento del fermo aveva, tra l’altro, il passaporto, la carta di identità, il permesso di soggiorno, circa 800 euro in contanti, un voluminoso trolley contenente numerosi abiti ed effetti personali, il titolo di viaggio per la tratta appena compiuta e quello relativo al tragitto da Genova a Milano, il cui treno era in imminente partenza.
Pertanto, valutata la gravità dell’addebito nonché rilevati i gravi indizi di colpevolezza, la pericolosità sociale, la capacità a delinquere ed il progetto di fuga del 28enne tunisino è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e rinchiuso in carcere a Genova.
Nei prossimi giorni l’uomo comparirà davanti al G.I.P. del Tribunale di Genova per la convalida del fermo.
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