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Rave party, il questore: “Noi fatto tutto, ma a chi spetta metta in sicurezza quei luoghi”

Martedì 23 Aprile 2019 — 15:01

Il numero uno della questura, Lorenzo Suraci: "Abbiamo identificato oltre 200 giovani ed effettuato controlli per chi si metteva alla guida. Ma la priorità è la sicurezza di quei luoghi"

Un rave party in piena regola all’interno dei capannoni dell’ex fabbrica Delphi-Trw in via Enriques iniziato nella notte tra sabato 20 e domenica 21 aprile, giorno di Pasqua e proseguito fino alla mattina inoltrata di Pasquetta. Ingente il quantitativo di uomini della questura e delle altre forze dell’ordine impiegati affinché tutto procedesse e si svolgesse senza alcun disagio per la popolazione. E così è stato. Digos e volanti, insieme alle altre forze di polizia del territorio come finanza, carabinieri e municipale hanno identificato circa duecento giovani che sono arrivati sia con il treno che con auto e camper per partecipare al rave pasquale.
“Ci tengo a precisare alcuni punti – ha specificato il questore Lorenzo Suraci intervistato al telefono dalla redazione di Quilivorno.it – Noi abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. Abbiamo effettuato controlli personali e identificato oltre duecento ragazzi che probabilmente verranno denunciati per occupazione abusiva. Ma il reato è molto al limite. Non ho voluto assolutamente impiegare la forza per contrastare questo tipo di situazione visto che non abbiamo riscontrato alcuna problematica relativa alla viabilità né al rumore o al disturbo della quiete pubblica. Abbiamo piazzato i nostri agenti fuori dai capannoni e nelle zone limitrofe per effettuare controlli a chi si metteva al volante: anche in questo caso nessuna infrazione rilevata con gli alcol test. Ed anche per quanto riguarda le eventuali droghe i fermati non avevano niente con sé. Una situazione dunque veramente tranquilla”.
Ma il dito del questore viene puntato su di un altro aspetto non certo trascurabile, cioè quello della sicurezza. “C’è da dire – prosegue Suraci – che quello che ci preoccupa maggiormente in questi casi è l’aspetto legato alla sicurezza dei luoghi dove vengono effettuati questi ritrovi. Qualcuno potrebbe farsi male. Si tratta di capannoni abbandonati in cui si riversano centinaia e centinaia di giovani. Quello che dico dunque io è che dal nostro punto di vista abbiamo fatto il massimo sorvegliando ed effettuando i controlli che c’erano da fare. Ma la proprietà di queste fabbriche dismesse, o chi per loro di relativa competenza territoriale, dovrebbe agire per garantire la sicurezza di queste zone. Non vorrei che i giovani ormai avessero individuato via Enriques come luogo ideale di ritrovo per questi rave party e di conseguenza sarebbe il caso che chi può intervenire sulla sicurezza lo faccia prima che qualcuno si faccia del male”.
Sull’argomento si è espressa anche la vice sindaco Stella Sorgente. “Oggi in molte parti della città si parla di rave. Io vorrei fare un passo indietro sull’argomento e per farvi capire cosa penso parto col raccontarvi questa storia – ha scritto Sorgente in un suo post su Facebook – Tramite gli operatori di strada comunali abbiamo stabilito un rapporto interessante con alcuni ragazzi che si trovavano dietro il Teatro San Marco con la cassa bluetooth, per ascoltare la musica techno – racconta Sorgente – Quei ragazzi avevano un bisogno evidente di ascoltare questo tipo di musica e ce lo stavano manifestando. Di lì è nato un percorso per realizzare un’iniziativa di ascolto della musica Techno, con dj noti in grado di spiegarne le origini, far capire questo genere che tra l’altro mi tocca direttamente da appassionata ascoltatrice della musica elettronica”.
“La preparazione di questo evento sta andando avanti. Ma so bene che è una sfida complessa convertire la cultura vicina alla Techno, da sempre legata all’illegalità dei rave, a contesti sicuri e a norma – puntualizza la candidata sindaca del Movimento 5 Stelle – Io voglio soddisfare il bisogno dei ragazzi e delle ragazze livornesi di poter ascoltare la musica techno. Ma non in un posto come l’ex Trw dove possono rischiare la vita. Possiamo pensare di recuperare spazi abbandonati dall’industria e convertirli in aree dedicate alla musica. Ci sono esperienze berlinesi da questo punto di vista. E il tutto potrebbe rientrare nel quadro di Livorno Capitale italiana della cultura. La techno ha rappresentato e generato cultura. E Livorno è il posto dove tutte le culture possono trovare casa e opportunità di manifestarsi”.

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