Scoperti 4 milioni di redditi non dichiarati da parte di 100 colf e badanti
In quattro casi accertati pagamenti “in nero” per oltre 70 mila euro
Scoperti 4 milioni di redditi non dichiarati da parte di 100 tra colf e badanti. È questo l’esito dei controlli della guardia di finanza di Livorno sui collaboratori domestici che, a fronte di assistenza prestata ad anziani e persone bisognose di cure, non hanno presentato la dichiarazione dei redditi pur avendo percepito compensi superiori agli 8mila euro annui.
Un risultato raggiunto con la collaborazione della direzione nazionale dell’Inps, che ha riscontrato, con riferimento alla provincia labronica, un centinaio di posizioni poi risultate irregolari sotto il profilo fiscale. Gli approfondimenti infatti eseguiti da tutti i reparti dipendenti dal comando della guardia di finanza di Livorno e di tutta la provincia, hanno consentito di individuare 100 colf e badanti, 5 delle quali italiane, le quali, ancorché regolarmente assunte per lo svolgimento del “lavoro domestico”, non hanno ottemperato agli obblighi fiscali connessi alla percezione di denaro.
Va ricordato che colf, badanti e babysitter devono presentare la dichiarazione e versare quanto dovuto al fisco perché rappresentano lavoratori senza sostituto di imposta, cioè senza il soggetto che per legge si sostituisce al contribuente per le trattenute e il versamento dei tributi.
Le persone controllate, prevalentemente di nazionalità ucraina (43%) e rumena (19%), hanno complessivamente omesso di dichiarare redditi di lavoro dipendente per un importo complessivo pari a 4 milioni di euro (con una media di 40mila euro a persona e con un Irpef totale evasa pari a circa 300mila euro). Nella quasi totalità dei casi donne assunte con regolare contratto e con pagamento dei contributi da parte del datore di lavoro.
In sostanza, le badanti maturano una posizione contributiva ai fini pensionistici usufruendo dei servizi forniti dallo Stato – come, ad esempio, l’assistenza sanitaria – cui, nei 100 casi accertati, non ha però fatto seguito il pagamento di alcuna imposta.
Tra le situazioni più evidenti quelle di 4 donne, tra cui un’italiana, che negli ultimi tre-quattro anni hanno complessivamente percepito, ciascuna, redditi superiori ai 70.000 euro.
Singolare infine la storia di una cinquantenne ucraina, coniugata con figli, laureata in economia, che ha dichiarato di essersi trovata costretta a lasciare il lavoro svolto nel proprio Paese come segretaria, a causa del marito precario e di uno stipendio di appena 100 euro, troppo basso rispetto ai compensi mensili percepiti in Italia come badante, superiori ai 1.000 euro.
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