Sequestrati in porto 2.500 oggetti d’arredamento
La merce, per un valore totale di circa 45.000 euro, era stivata in due container provenienti da Cina e India. Nei confronti della società importatrice sono state irrogate sanzioni pari a 30.000 euro, sulla base di quanto disposto dalla legge 350/2003 a tutela del “Made in Italy”
I funzionari del Reparto Controlli allo Sdoganamento dell’Ufficio delle Dogane di Livorno, si legge in un comunicato stampa dell’8 aprile, hanno intercettato e sequestrato 2.500 articoli di arredamento che avrebbero potuto indurre i consumatori finali a ritenere gli articoli di origine italiana. L’operazione è scattata a seguito di due verifiche di merce in due container giunti al porto rispettivamente dalla Cina e dall’India. Le merci, destinate alla medesima azienda, si legge ancora nel comunicato stampa, consistevano in svariate tipologie di oggetti d’arredamento per un valore totale di circa 45.000 € che riportavano etichette sulle quali era impresso il nome del marchio della società importatrice, associato alla bandiera tricolore italiana, senza alcuna indicazione della effettiva origine del paese di produzione. In un primo momento, durante i controlli documentali e le analisi sulle banche dati in uso all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, avevano suscitato i primi sospetti nei funzionari sia un analogo precedente che, alcuni anni addietro, aveva coinvolto la medesima azienda in un’altra dogana italiana, sia il portale di vendita online anch’esso risultato sprovvisto delle necessarie informazioni al consumatore in materia di origine dei prodotti. Una volta accertate le violazioni, i funzionari hanno proceduto al sequestro amministrativo delle intere partite inviando gli atti alla Camera di Commercio, autorità competente con la quale l’Ufficio delle Dogane di Livorno opera in stretta sinergia. La Camera di Commercio, con apposita ordinanza, ha disposto la regolarizzazione delle etichettature che, per i casi di specie, devono inequivocabilmente indicare al consumatore la reale origine della merce o, in alternativa, l’indicazione che chiarisca la natura di prodotti importati. Al contempo, di comune accordo con l’Ufficio delle Dogane, ha richiesto all’importatore di inserire le necessarie indicazioni di origine anche online così da poter procedere, dopo la messa a norma del medesimo, al dissequestro della merce. Nei confronti della società, prosegue la nota stampa, sono state irrogate sanzioni pari a 30.000 € sulla base di quanto disposto dalla legge 350/2003 a tutela del “Made in Italy”. E proprio il Made in Italy è stato oggetto di un convegno tenutosi questa mattina a Firenze nella sede della Fondazione CR, organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Toscana e Umbria, da Confindustria Toscana e da ASSO.To.S.C.A. – Confetra Firenze.
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