Spacciano anche in comunità: finiscono in carcere
Era stato concesso loro l’affidamento in prova ai servizi sociali da svolgersi presso la Comunità “CE.I.S.” di Parrana San Martino ma, sorpresi ad introdurre cocaina all’interno dello stesso centro, per loro si sono riaperte le porte del carcere.
E’ quanto accaduto nel pomeriggio di ieri a due pregiudicati, il 25enne livornese Lorenzo Di Francesco ed il 42enne Michele Superbo, residente a Prato. I due, a seguito di analogo provvedimento emesso dal Giudice di Sorveglianza del capoluogo labronico, sono stati prelevati dai Carabinieri della Stazione di Livorno Centro del Maggiore Marco Vatore e accompagnati al carcere delle Sughere.
Per i due uomini, già coinvolti in reati legati proprio alla droga, era stato disposto dal Tribunale di Sorveglianza di Firenze, rispettivamente nel maggio e nel febbraio di quest’anno, l’affidamento in prova presso la comunità di Parrana San Martino. Ben presto, tuttavia, i responsabili del CE.I.S. si sono accorti dell’introduzione e del consumo di cocaina all’interno della struttura, rivolgendosi immediatamente ai carabinieri. I successivi riscontri raccolti dai militari nel corso delle indagini hanno, pertanto, convinto il giudice di sorveglianza a sospendere nei confronti dei due individui l’affidamento in prova e a disporre l’immediato accompagnamento in carcere.
Inserire questa categoria di persone nelle comunita’ e’ un errore, io prima gli farei provare un po’ di carcere (ma quello serio) poi se il soggetto “rinsavisce” lo proporrei alle comunita’ di recupero, e’ quanto.
È però difficile che qualcuno “rinsavisca” dopo il carcere, anche se dovrebbe esserlo il nostro sistema carcerario non è riabilitativo, ma solo punitivo, quindi è del tutto inutile, fatta eccezione per il fatto che togli dalle strade i criminali. Ma una volta usciti torneranno ad essere criminali. Un sistema riabilitativo e funzionante veramente allora sevirebbe davvero a qualcosa. Il pugno di ferro non ha mai storicamente funzionato.
Mi raccomando cari avvocati, ora fateli uscire subito…poverini!!
per loro pene raddoppiate.
Questo dimostra che anche le comunità cosi come sono servono solo a far girare soldi nelle mani di qualcuno,capace si scoprirà qualcosa ….prima o poi…
Beh certo, le comunità guadagnano per ogni persona presente, guarda caso molte comunità ostacolano la legalizzazione delle droghe leggere e guarda caso il fratello gemello del caro Giovannardi ne gestisce diverse.
…. ma io non ce l’ho mica con loro… con chi li ha fatti uscire!!! Erano in galera e ci dovevano rimanere… li (forse) non spacciavano e si sarebbero anche disintossicati!!!
Io penso che prima di parlare di persone che neanche conoscete vi dovreste sciacquare bene bene la bocca… perché voi stessi andreste educati invece nella maniera che dico io
Per i leoni della tastiera vi auguro con tutto il cuore di provare l’inferno del mondo della droga con tutte le sue inevitabili conseguenze. Sono sicuro che scriverete altro falsi moralisti e perbenisti del cavolo…