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Sventata evasione di un detenuto, agenti sparano colpo in aria

Martedì 20 Settembre 2022 — 18:28

Nella foto la facciata recentemente restaurata del tribunale di via De Larderel

Un detenuto di origine bulgara che aveva terminato una udienza nei locali del Giudice di Pace di Livorno in via De Larderel, ha tentato di evadere nel primo pomeriggio salendo sul furgone della Polizia Penitenziaria

Un detenuto di origine bulgara della Casa circondariale di Bologna, che aveva terminato una udienza nei locali del Giudice di Pace di Livorno in via De Larderel, ha tentato di evadere nel primo pomeriggio salendo sul furgone della Polizia Penitenziaria dopo avere espletato un bisogno fisiologico. Ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il compimento del grave evento critico e, dopo un breve inseguimento durante il quale – come si legge in un comunicato stampa del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, gli agenti hanno sparato un colpo di pistola in aria, l’uomo è stato immediatamente catturato.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha parole di elogio per i poliziotti che hanno sventato: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga all’evaso: la pronta reazione ed il tempestivo intervento degli uomini della Polizia Penitenziaria di scorta hanno infatti permesso di sventare il grave evento. Dopo un breve inseguimento, il fuggitivo è stato catturato: i nostri Agenti non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita per fermare il fuggitivo, anche trovandosi costretti a sparare un colpo in aria. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti e dei cittadini che in quel momento si trovavano nei pressi del Tribunale civile. Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza, spesso trascurate, con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”. Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”.

Per il SAPPE, “quanto accaduto deve far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

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