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“Una stanza tutta per sé” in questura

Sabato 14 Settembre 2019 — 18:38

In questura inaugurata la stanza dedicata alle donne vittime di violenza che prende il nome dall’omonimo saggio della scrittrice britannica Virginia Woolf

di Jessica Bueno

Prende il nome dall’omonimo saggio della scrittrice britannica Virginia Woolf il progetto che ha portato all’inaugurazione in questura, il 14 settembre, di una stanza dedicata alle donne vittime di violenza. Un ambiente intimo, casalingo, con uno spazio dedicato ai bambini e colori rassicuranti: un modo per far sentire le persone che andranno ad usufruirne in un luogo sicuro in cui possano esternare il dolore. Il progetto che ha portato alla nascita di questa stanza nasce nel 2015 dall’associazione Soroptimist, un’associazione di donne di elevata qualificazione professionale in diversi ambiti che permettono la circolazione di idee e dibattiti volti a favorire i diritti e migliorare le condizioni delle donne. È rivolto alle Forze dell’Ordine ed ha lo scopo di realizzare, appunto, aule di ascolto per la denuncia di reati di violenza. “Le donne che arrivano a denunciare una violenza – dice la presidente della Soroptimist di Livorno Barbara Couchel – hanno bisogno di un grande supporto. È un momento particolarmente delicato in cui dobbiamo concentrare tutte le nostre forze nel restituire loro la dignità e il coraggio di andare avanti. Questo luogo servirà a ricreare un ambiente che non sia asettico, in cui possano trovare il supporto necessario per mettere a nudo le loro drammatiche esperienze”. “Questa è una grande opportunità per cui devo ringraziare vivamente il Soroptimist – sostiene il questore Lorenzo Suraci – Hanno dimostrato una disponibilità immediata. Adesso abbiamo a disposizione un ambiente sicuro e confortevole in cui poter accogliere le donne vittime di violenza. Un punto di inizio per cercare di ricostruire la propria vita”. “L’unione di forze – aggiunge il sindaco Luca Salvetti – porta a risultati incredibili e questa ne è la dimostrazione. Livorno diventerà un posto migliore anche grazie a opere come questa che favoriscono l’ascolto e protezione”. “Questa città ha fame di spazi – conclude l’assessore Andrea Raspanti – e la ricreazione di ambienti sociali e di dialogo è al centro del nostro impegno. Lo sosteneva anche Virginia Woolf da cui il progetto ha preso il nome: gli spazi fisici servono a ricreare spazi culturali”.
Presenti anche la vicequestore aggiunto Valentina Crispi, il sostituto procuratore Ezia Mancusi, la comandante vicaria della polizia municipale Rossella Del Forno.

 

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