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Usura ed estorsione: in carcere due livornesi di 36 anni

Sabato 3 Settembre 2022 — 08:16

Nel corso dell’operazione, al termine della perquisizione, il personale del Nucleo Investigativo ha rinvenuto e sottoposto a sequestro un’ingente somma di denaro, ammontante a diverse migliaia di euro, in banconote contanti, due carte di credito ed alcuni dispositivi informatici

Denunciato anche un albanese di 39 anni. Nei giorni scorsi i militari hanno acquisito la denuncia di un uomo che ha dichiarato di essere vittima di usura da circa 3 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini il denunciante nel 2019, per l’acquisto di un’auto, avrebbe ricevuto un prestito di 6mila euro e avrebbe dovuto restituire in un anno 11 mila euro. Gli interessi corrisposti, pari a 5 mila euro, si attestavano al 120%

Su ordine della Procura di Livorno, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Livorno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, nei confronti di 2 persone, entrambe livornesi e di 36 anni, indagate per usura ed estorsione in concorso. Per il solo delitto di usura un cittadino albanese, di 39 anni, è stato denunciato in stato di libertà.

Il provvedimento è stato emesso a seguito degli approfondimenti che il Nucleo Investigativo sta svolgendo nell’ambito di un’altra indagine che nel mese scorso ha portato all’arresto, sempre in esecuzione di un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, di 3 persone accusate di vari reati nella gestione dei servizi di vigilanza e sicurezza presso diversi locali di intrattenimento di questa provincia.

Nei giorni scorsi i militari hanno acquisito la denuncia di un uomo che ha dichiarato di essere vittima di usura da circa 3 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini il denunciante nel 2019, per l’acquisto di un’auto, avrebbe ricevuto un prestito di 6mila euro e avrebbe dovuto restituire in un anno 11 mila euro. Gli interessi corrisposti, pari a 5 mila euro, si attestavano al 120%.

Più recentemente la vittima si sarebbe rivolto ai due destinatari del provvedimento cautelare per far fronte ad altri debiti personali. In particolare avrebbe ricevuto nei primi mesi di quest’anno 2 prestiti (di 3mila e 5mila euro) pattuendo con i denunciati tassi usurai (per il primo l’800% e per il secondo il 350%), concordando poi, per un ulteriore prestito di 4mila euro, la restituzione della somma complessiva di 40mila euro, pari alla corresponsione di un tasso di interesse del 1000%.

Quando la vittima, che nel frattempo, attraverso prestiti concessigli da persone amiche, era riuscita a restituire solo i capitali ricevuti, avrebbe riferito ai due presunti usurai di non essere più in grado di corrispondere gli illeciti interessi sarebbe stata percossa e minacciata pesantemente. Non solo, nei giorni successivi gli indagati avrebbero continuato a intimidire la vittoria con telefonate minatorie, sempre più insistenti. Da qui la decisione di denunciare i suoi strozzini ai Carabinieri del Nucleo Investigativo.

Subito i Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dalla Procura di Livorno, hanno avviato gli accertamenti per riscontrare le dichiarazioni ricevute e intrapreso un’azione costante di tutela della vittima, affinché fosse garantita la sua incolumità senza trascurare o disperdere alcun elemento utile alle indagini.

Sia attraverso attività investigative tradizionali che con il supporto tecnologico, nel giro di pochi giorni, è stato raccolto adeguato materiale probatorio a suffragio dell’asserita dinamica usuraia e della successiva estorsione e, su richiesta della Procura di Livorno, il G.I.P. del Tribunale labronico ha emesso a carico di entrambi gli indagati l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere poi eseguita.

Nel corso dell’operazione, al termine della perquisizione, il personale del Nucleo Investigativo ha rinvenuto e sottoposto a sequestro un’ingente somma di denaro, ammontante a diverse migliaia di euro, in banconote contanti, due carte di credito ed alcuni dispositivi informatici. I due arrestati sono stati posti in custodia cautelare presso la Casa Circondariale di Livorno.

Qui sotto l’intervista al tenente colonnello dei carabinieri di Livorno Armando Ago

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