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Auto immatricolata all’estero, sanzione di 400 euro e ritiro del libretto al proprietario

Venerdì 9 Dicembre 2022 — 14:58

Fermata dalla polizia municipale per un controllo un'auto con targa estera. I veicoli dei residenti da più di tre mesi devono essere reimmatricolati in Italia, ecco cosa dice il nuovo articolo 93-bis

La Polizia Municipale ha fermato l’8 dicembre per un controllo ai sensi del Codice della Strada un ventiduenne residente da tempo in Italia con la propria famiglia, che circolava con un’auto di sua proprietà, immatricolata nello stato estero di origine. Al giovane è stata contestata la violazione all’art. 93 bis del Codice della Strada in quanto l’auto non era stata reimmatricolata in Italia.
Il nuovo articolo 93-bis, si legge nel comunicato inviato dal Comune, stabilisce che i veicoli immatricolati in uno Stato estero che risultino di proprietà di persone che abbiano acquisito la residenza anagrafica in Italia possano circolare sul territorio nazionale a condizione però che entro tre mesi dall’acquisizione della residenza vengano immatricolati in base alle vigenti disposizioni del Codice della Strada. La Polizia Municipale ha elevato una sanzione di 400 euro, ritirato il documento di circolazione e intimato al proprietario di immatricolare il veicolo. Ha ordinato l’immediata cessazione della circolazione del veicolo e il suo trasporto e deposito in luogo non soggetto a pubblico passaggio. Il veicolo sarà restituito al proprietario dopo la verifica dell’adempimento dell’intimazione.
In alternativa all’immatricolazione o alla registrazione in Italia, l’intestatario del documento di circolazione estero può chiedere di essere autorizzato a portare e lasciare il veicolo fuori dall’Italia, previa autorizzazione. Qualora, entro il termine di trenta giorni decorrenti dalla data della violazione, il veicolo non sia immatricolato o registrato in Italia o, qualora autorizzato, lo stesso non sia condotto oltre i transiti di confine, si applicherà la sanzione accessoria della confisca amministrativa. Questo tipo di controllo sui veicoli con targa estera, prosegue la nota stampa, mira a reprimere la cosiddetta “esterovestizione” cioè la pratica di immatricolare i veicoli in Stati esteri, nella finalità di sfuggire agli obblighi fiscali e assicurativi vigenti in Italia, ai pedaggi e alle sanzioni e, soprattutto, ai controlli patrimoniali.

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