Baracchina Rossa, dopo 33 anni il saluto degli storici proprietari
Il racconto dei proprietari: "Qui abbiamo passato un'intera vita dietro al banco. Adesso cerchiamo qualcosa di più gestibile a livello familiare. Un grazie a tutti i nostri clienti"
Trentatré anni non si buttano giù come un caffè, in un sol sorso e poi via verso la nuova giornata che ti attende. Trentatré anni ti segnano sul volto, ti scolpiscono la faccia a suon di rughe e sudore. Trentatré anni sono una vita. Quella passata dalle famiglie Bernini e Palandri all’interno di quel monumento Liberty che fa da civetta sul lungomare, passato alla storia con il nome di Baracchina Rossa. Un gioiello per gli occhi, una certezza per tutti i livornesi. Storico punto di ritrovo per generazioni. Qui sono nati amori, qui sono nate amicizie, qui si è litigato, ci siamo dati appuntamento per poi andare a ballare la sera del venerdì o per un aperitivo prima di andare a festeggiare tutti insieme. Non certo solo un bar, di sicuro non solo un bancone e un “corretto alla Sambuca” o, uno “spritz con due patatine, per favore”.
Una storia che passa dal sudore e dall’impegno. Domenica 2 settembre la Baracchina Rossa abbasserà per qualche mese la sua saracinesca. Il tempo necessario alla nuova proprietà, che subentrerà a partire dalla fine dell’anno nella gestione dello storico locale, di effettuare degli importanti lavori di restyling e di ampliamento. “Siamo riusciti, grazie al Comune e alle Belle Arti – spiega l’attuale titolare Luca Bernini- a farci approvare questo progetto di restauro e innovazione che verrà poi inaugurato da chi verrà dopo di noi. Nascerà una Baracchina Rossa bellissima con una terrazza che guarderà l’azzurro e un fronte mare tutto nuovo e da vivere durante la bella stagione. Ci sarà un ascensore per le persone disabili, nuove toilette, nuovi locali. Ma una cosa è certa: l’impianto centrale con la scritta e il colore storico non si toccano. Quelli per le Belle Arti sono un monumento vero e proprio”.
C’è un po’ di nostalgia e un groppo in gola nelle parole di Luca Bernini e della moglie Barbara Magherini. “Noi ci siamo conosciuti qui – spiega Barbara – Poi sposati e poi insieme dietro al banco. Per noi questo locale è una seconda casa, conosciamo tutti i clienti per nome”.
Tutto iniziò con la signora Liliana Palandri e Manrico Bernini che trentatré anni fa decisero di prendere la gestione della Baracchina Rossa. Poi i figli (Luca ed Emanuela) che hanno dato vita alla seconda generazione per arrivare alla terza di cui in prima linea troviamo dietro al banco Eleonora, figlia di Emanuela.
“Siamo arrivati ad un punto che il lavoro è cresciuto talmente tanto che non riuscivamo più a starci dietro come volevamo. Questo è un tipo di lavoro – sottolinea Bernini – che la tua vita te la devi scordare. Non esistono sabati o domeniche, estati o inverni. Prima viene il lavoro e poi viene la famiglia”.
“Abbiamo bisogno – gli fa eco la moglie Barbara Magherini – di poter crescere e star dietro ai figli. Diciamo che adesso la necessità è quella di cercare uno stile di vita più sostenibile, più a dimensione familiare. La Baracchina Rossa ormai – commenta il marito Luca – ha preso una dimensione industriale. Ed ecco il motivo per cui abbiamo deciso di passare la mano. Abbiamo fatto una scelta di vita”.
“La Baracchina Rossa andrà quindi in ferie forzate per qualche mese – riprende Luca Bernini – il tempo necessario agli ampliamenti in programma. La nuova proprietà dovrebbe aprire entro fine anno, presumibilmente a dicembre. Noi nel frattempo guardiamo avanti e diamo appuntamento a chiunque ci vorrà venire a trovare nella nuova struttura che prenderà vita dalle ceneri dell’ex distributore a Barriera Roma. Una parte di noi si reimpiegherà in questa nuova avventura, l’altro ramo della famiglia andrà a rilevare un bar in zona Porta a Terra”.
Fuori, seduto a prendere un caffé con gli amici di sempre un altro personaggio che ha fatto la storia della Baracchina Rossa. Egisto Pratesi, per tutti “Albertino”, mitico barista impresso nella memoria di tutti i livornesi. “Sono entrato a lavorare in Baracchina Rossa che avevo 16 anni – racconta a Quilivorno.it – Adesso ne ho 80. Sono 64 anni che per me questo locale rappresenta casa mia ormai”.
Qualche goccia di pioggia porta il suo omaggio. Poi di nuovo il sole e il solito tran tran fatto di caffè, colazioni e pacche sulle spalle. Tutto scorre. Ma “Albertino” è sempre vestito con la sua immancabile camicia bianca a mezze maniche.
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