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Bartezzaghi e i suoi ospiti “disegnano” l’identikit dell’autore comico

Lunedì 30 Settembre 2019 — 07:48

Dunque, l’autore, quello comico, è stato al centro di un dibattito fra le varie personalità del mondo della televisione, Marco Ardemagni, autore e famosissimo speaker radiofonico (Caterpillar, Radio 2) , la giornalista e critica teatrale Sara Chiappori e l’autore televisivo e amministratore del sito satirico Spinoza.it, Stefano Andreoli

di Filippo Ciapini

Continua la scia di “tutto esaurito” per il nono episodio del senso del ridicolo. Tema dell’incontro, come sempre, “la Risata”, in particolare, l’Identikit dell’autore comico. “In realtà l’evento è stato concordato con la Siae – scherza subito il padrone di casa Stefano Bartezzaghi – noi vediamo performare gli artisti sul palco, ma molto spesso ci sono delle figure un po’ strane e non sempre tutelate, tanto più in questo mondo pieno di battute su Internet dove è sempre più difficile ricondursi all’autore delle stesse. Dunque, l’autore, quello comico, è stato al centro di un dibattito fra le varie personalità del mondo della televisione, Marco Ardemagni, autore e famosissimo speaker radiofonico (Caterpillar, Radio 2) , la giornalista e critica teatrale Sara Chiappori e l’autore televisivo e amministratore del sito satirico Spinoza.it, Stefano Andreoli. E’ stato proprio quest’ultimo ad allacciarsi per primo alla domanda posta da Bartezzaghi, che cosa è necessario ad un autore comico per potersi dichiarare tale? La risata è un qualcosa di condiviso ma farlo di mestiere, e far ridere intere platee è da professionisti.
E’ cosi che ha preso la parola Stefano Andreoli: “Il primo presupposto per l’autore televisivo è che sia brutto a vedersi e mal vestito. Quando si diventa professionisti? Quando mi pagano – scherza il giovane autore tra gli altri, di Quelli che il Calcio. – Quello che parla ci mette la faccia, noi crediamo che quando un comico parla siano parole sue, spesso invece sono scritte da qualcuno dietro le quinte. Lo stress poi è enorme, dobbiamo stare attenti a quello che scriviamo. Ecco visto che sono in uno stato di tensione incredibile passo la parola alla mia collega”.
Chiuso in breve tempo l’aspetto fisico del prototipo oggetto della discussione è stata la volta di Sara Chiappori che con una precisione sopraffina ha ripercorso le menti dei più grandi drammaturghi/comici della nostra storia, dal greco Aristofane, che sosteneva come la comicità sia donna, a Pirandello, passando per Goldoni, De Filippo e Ronconi.  La giornalista ha poi aperto alla mentalità dell’individuo: “Un altro tratto è il malumore funzionale. Lo penso come una situazione di disagio rispetto alla realtà che lo circonda. L’autore comico opera un’azione di ribaltamento della suo quotidianità, le dà un senso”.
Taccuino alla mano, intanto, Bartezzaghi prende appunti ad ogni accezione dei protagonisti, cercando gradualmente di incorniciare questo “Frankestein della battuta” in un personaggio reale, umano.
Ad aggiungere quindi un’altra caratteristica del fantomatico autore comico è stato Marco Ardemagni che come qualità ha scelto l’eclettismo, elencando poi i vari tipi di autori televisivi, da quello che scrive “da casa” a quello “da studio”. “Il nostro lavoro è particolare, c’è un sempre un po’ di disagio un po’ di rosicamento verso il collega”, ha sottolineato lo speaker di Radio 2, “Un po’ come l’omertà su quanto veniamo pagati”  ha controbattuto il collega Stefano Andreoli. “E’ diventata una seduta di autocoscienza tra gli autori – interrompe Bartezzaghi-  Aggiungerei come caratteristica, la durata, una comicità in grado di reggere il tempo di una commedia” ha poi continuato.
L’identikit è poi proseguito e, tra i tanti, tantissimi spunti toccati, come il pregiudizio mai espresso del problema delle donne autrici ed i giochi di indovinelli che Ardemagni propone quotidianamente ad i suoi radioascoltatori. “Pensavo che sarebbero uscite cose come lo spirito di iniziativa, la forza, l’adrenalina – ha concluso Stefano Bartezzaghi – ed invece il nostro autore comico è venuto brutto vile e mal vestito, con un malumore funzionale o malironia, eclettico, piagnone e a disagio, un cosmoteta (che inventa cosmi ndr) e riesce a mantenere una certa durata. Un uomo maschio con un punto di domanda e potenzialmente enigmista, ma senza esagerare. Nessuno potrebbe uscirne estasiato, tranne i nostri autori”.

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