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“Calignaia, così si doveva agire. Non sono cinghiali puri. Chiederemo un incontro al sindaco”

Mercoledì 23 Agosto 2017 — 13:23

A parlare è Paola Zintu, 34 anni, medico veterinario: "Sono maiali cinghialati. La cattura non è intervento risolutivo. Sì a dissuasori ad ultrasuoni. Il sindaco ci ascolti". All'orizzonte un possibile ricorso al Tar

La questione legata alla presenza dei cinghiali a Calignaia potrebbe, e sottolineiamo potrebbe, finire in tribunale. “Il nostro intento, lo scriva chiaramente, è prima di tutto quello di avviare un dialogo con l’amministrazione comunale, un dialogo che porti ad una soluzione diversa da quella adottata sino ad ora. Anche perché l’attuale non è risolutiva e il problema potrebbe ripresentarsi il prossimo anno”.
A parlare è Paola Zintu, 34 anni, medico veterinario, membro del comitato “Non vogliamo una Toscana rosso sangue” e chiamata in causa, in qualità di esperta, dai sostenitori de “I cinghiali di Calignaia” per provare, appunto, a cambiare le modalità con cui il Comune, dall’8 agosto, sta intervenendo (cioè tramite una ordinanza comunale che ne autorizza la cattura) per evitare che cinghiali e “uomo”, dopo il ferimento di un cane e della sua padrona in spiaggia, vengano a nuovamente a contatto. L’alternativa, spiega Zintu, si chiama “dissuasore ad ultrasuono” da piazzare in punti strategici. “Quello del dissuasore è uno dei tanti metodi ecologici e certificati che esistono oggi. Fermo restando che in altre parti del mondo come l’Australia dove si verifica una convivenza fra animali e cittadini sono quest’ultimi ad essere allontanati e non gli animali, là dove sono stati impiegati i cinghiali non sono più tornati. Catturarli, come avviene oggi, 1) impiega molte più risorse in termini di uomini e soldi pubblici e 2) quando si libera un’area di fatto si viene a creare una nicchia ecologica che, per natura, è destinata a ripopolarsi. Tradotto: terminata la cattura di questi 50 esemplari ne scenderanno altri a valle”. Dissuasori ad ultrasuoni, dunque, come soluzione ma anche sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza: “Unitamente alla tecnologia proporremo al tavolo di confronto con il sindaco la presenza di un ufficiale in spiaggia che vigili affinché nessuno dia da mangiare ad eventuali esemplari che si dovessero avvicinare”.
Secondo Zintu, “il problema di fondo è che prima di agire doveva prima essere fatta una analisi genetica. A Calignaia siamo infatti in presenza di maiali cinghialati, quindi non di cinghiali puri. Se fossero maiali veri e propri dovrebbero essere destinati a fattorie didattiche. Dato però che sono un incrocio con cinghiali la legge regionale ne prevede l’inserimento esclusivamente in un allevamento e/o riserva di caccia, ma capite bene che non vuol dire salvarli. Dunque, noi pensiamo che occorra ripensare a come intervenire”. Se, alla fine, non si dovesse trovare una soluzione con la via del dialogo i “sostenitori dei cinghiali” sono pronti a raccogliere fondi da destinare ad un eventuale ricorso al Tar.

 

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