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Case popolari, emesse 14 decadenze per morosità colpevole

Mercoledì 7 Ottobre 2020 — 16:19

Altre cinquanta diffide sono state spedite nel corso dell'estate e ne saranno inviate altre cento entro la fine dell'anno per un totale di 200 diffide ad adempiere inviate nel 2020

Quattordici decadenze emesse dall’Ufficio Casa del Comune per morosità colpevole. Sono i primi provvedimenti assunti nel quadro dell’accordo operativo sottoscritto a ottobre 2019 da Comune e Casalp.
I destinatari del provvedimento hanno ricevuto alla fine del 2019 una formale diffida da parte della società, ma non hanno sottoscritto alcun piano di rientro né hanno provveduto al saldo del debito dopo la comunicazione dell’avvio del procedimento di decadenza.
“Le decadenze emesse – spiega l’assessore Andrea Raspanti (nella foto di Lorenzo Amore Bianco) – riguardano inquilini che, pur potendo pagare, hanno maturato negli anni debiti consistenti relativi ai canoni di affitto. Altre decadenze seguiranno nei prossimi mesi per gli inquilini che non provvederanno a regolarizzare la loro posizione nei termini indicati nelle comunicazioni ricevute. E’ un provvedimento forte ma giusto, che realizza le previsioni normative della legge regionale 2/2019. I destinatari del provvedimento, che hanno avuto tutto il tempo di avviare un percorso di ravvedimento, a questo punto hanno davanti un’unica soluzione: pagare l’intero debito (che in alcuni casi ammonta a decine di migliaia di euro) entro la data fissata per la liberazione dell’alloggio, dopo di che, in assenza di un rilascio volontario, procederemo con lo sgombero”.
Altre cinquanta diffide sono state spedite nel corso dell’estate e ne saranno inviate altre cento entro la fine dell’anno per un totale di 200 diffide ad adempiere inviate nel 2020.
“Stiamo facendo più di quanto non sia mai stato fatto in precedenza – specifica l’assessore Raspanti – Dobbiamo affermare un principio fondamentale: la casa popolare è un servizio per cui è prevista una forma di compartecipazione da parte dei beneficiari. I canoni sono proporzionati al reddito. Per coloro che sono impossibilitati a pagare esistono delle tutele, ma chi è in condizione di onorare gli impegni presi al momento della sottoscrizione del contratto è tenuto a rispettarli. Non possiamo tollerare comportamenti che ledono non solo la credibilità delle istituzioni e l’efficienza del sistema, ma soprattutto danneggiano le persone più svantaggiate. Abbiamo una lista di attesa molto lunga, con famiglie in grande difficoltà che aspettano da mesi quando non da anni una risposta”.

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