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Commercio, riapertura tra alti e bassi. La voce dei negozianti

Domenica 24 Maggio 2020 — 07:55

L'assessore Garufo ottimista: "Abbiamo dato una mano a tutti per agevolare la ripresa. In queste settimane abbiamo parlato con le associazioni di categoria e abbiamo convenuto di vedere come si svilupperanno le cose per capire come agire al meglio"

di Letizia D'Alessio

A pochi giorni dalla fine del lockdown e dalla riapertura di negozi, bar, locali e parrucchieri abbiamo fatto un breve viaggio in centro città per avere un commento su questi primi giorni di attività e non solo da parte di alcuni imprenditori.
La prima tappa è stato il bar-pasticceria di Raffaele Magrì di via Magenta che non ha fatto un bilancio positivo di questi primi giorni di riapertura: “La ripresa è stato un disastro. Se prima incassavo 10 ora incasso 1, le persone sono terrorizzate e non vengono – ha detto Magrì – e quando i clienti torneranno sarà tardi: è come quando arriva il salvagente dopo che passi ore sott’acqua. Io sono pessimista su quello che potrà succedere, senza contare che i sussidi sono arrivati pochi giorni fa e noi abbiamo da pagare bollette da migliaia di euro. Come faccio a pagare se non incasso niente?”. Successivamente abbiamo fatto due chiacchiere con Federico Mantovani, parrucchiere e proprietario di 84 Meyer che attualmente, insieme ai suoi 4 collaboratori, riesce a fare dai 25 ai 30 clienti al giorno. “Abbiamo la fortuna di avere spazi grandi, divisi in due piani, quindi possiamo lavorare a oltre due metri di distanza in tutta sicurezza – ha commentato l’imprenditore – Le persone sono ancora molto confuse, tuttavia sono riuscito a rendere brevi i tempi di attesa per i clienti”. Per quanto riguarda gli orari di lavoro Mantovani per queste prime settimane lavorerà a pieno ritmo sette giorni su sette e fra qualche tempo tornerà agli orari canonici. E i prezzi? “Abbiamo deciso un aumento di un euro a servizio – ha concluso Mantovani – rincaro contenuto e dovuto soprattutto all’acquisto di materiali monouso e alla necessità di continua sanificazione”.
Ci siamo spostati poi in via Cambini dove per primo abbiamo incontrato Simone Quercioli di Sketch: “In questi primi giorni c’è stato un po’ di movimento, tuttavia abbiamo notato che molti trascurano le disposizioni igienico-sanitarie: le persone pensano di essere tornati alla normalità ma non è così”.
Un po’ più positiva è Nora Nardi, dell’omonima cantina, che invece parla di una clientela educata e rispettosa delle regole e che ha quasi soggezione a entrare: “Questi giorni infatti sono andati abbastanza bene, tuttavia abbiamo ridotto di venti posti e non so ancora quantificare con precisione quanto abbiamo perso a livello economico”.
Pochi passi più in là ci siamo fermati con Sante Ottone, davanti al suo Pizzino: “Sembra di non lavorare nemmeno, dobbiamo mandare via clienti per evitare che si creino assembramenti. Noi per fortuna tra poco per la stagione ci trasferiremo altrove, nonostante ciò in questi giorni le persone sono ancora disorientate. Oggi non è lavoro, è stare aperti in attesa di ripartire davvero”. Dal canto suo Ottone ha tenuto a fare un ringraziamento all’amministrazione: “Ringrazio Salvetti, Garufo e la giunta per averci fatto sentire la loro vicinanza in questo momento. Non deve essere stato facile”. Accanto al Pizzino c’è Danko di Francesco Ceccarini, il quale ha posto l’attenzione sul poco rispetto delle regole da parte dei clienti: “Il questore ci ha detto che se si continuerà a fare assembramenti e a stare senza mascherina i locali potrebbero chiudere nuovamente. Chiedo quindi a chi vuole trascorrere qui le sue sue serate di rispettare le prescrizioni”. A poche centinaia di metri da via Cambini c’è via Ricasoli, dove da anni ha il suo negozio Matteo Martinelli: “Siamo contenti della riapertura e la clientela per ora ha risposto bene e si comportano in modo corretto. Il fatturato sarà sicuramente in diminuzione tuttavia qualcosa si è mosso. Vivremo comunque questi mesi in attesa di vedere ciò che succede, nei quali mi aspetto un aiuto concreto da parte dello Stato; poiché se non dovesse arrivare molte imprese moriranno e, soprattutto a Livorno, non ce lo possiamo permettere”. Ultima tappa del giro è stata il ristorante di via Mayer, “Il Rifugio” di Andrea Grassi, nel quale lavorano sei persone. “La situazione non è delle migliori. Abbiamo fatto molte modifiche al locale dai plexiglass ala macchina a ozono per l’igienizzazione e tutto ci è costato molti soldi – ha detto Grassi – Ancora non ci è stato restituito niente. Le azioni messe in campo dal Governo per ora mi soddisfano poco e spero che a livello locale l’amministrazione scelga di rischiare qualcosa del suo bilancio per aiutare chi si trova in difficoltà”.

L’assessore al Commercio Rocco Garufo ha commentato questi primi giorni di riapertura, a cominciare da quanto successo negli scorsi giorni alla Baracchina Rossa: “Noi abbiamo dato una mano a tutti per agevolare la ripartenza e se i vigili sono intervenuti è perché dovevano farlo. In queste settimane abbiamo parlato con le associazioni di categoria e abbiamo convenuto di vedere come si svilupperanno le cose”. Lo stesso vale anche per via Cambini: “Nel caso si continui a non rispettare le regole – spiega l’assessore – abbiamo concordato con i proprietari dei locali di transennare la via e di fare il controllo degli afflussi. Dal primo di giugno avranno a disposizione più suolo pubblico. Stiamo inoltre lavorando – conclude Garufo – per l’aumento della concessione gratuita  del suolo pubblico anche laddove ci sono degli stalli blu. Contiamo di poter partire dal 1° giugno”.

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