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Finanza. Falsa associazione sportiva… ma vero istituto di bellezza: evasi oltre 200mila euro

Venerdì 17 Novembre 2023 — 08:06

Dalle indagini delle Fiamme Gialle è emerso come i "presunti" soci non abbiano mai in realtà rivestito questo ruolo e non abbiano mai partecipato all'attività associativa, come invece prevedono le norme. Quali "semplici clienti" (oltre 400) hanno invece fruito di servizi dei "cura della persona" offerti, pagando il corrispettivo (esentasse) e senza alcun tipo di contatto e/o effettiva partecipazione alla sedicente "associazione". I finanzieri hanno portato a termine un'articolata attività ispettiva nei confronti di una sedicente "associazione sportiva dilettantistica" (A.s.d.), in realtà dimostratasi una vera e propria attività commerciale: un istituto di bellezza e cura della persona. Il comunicato stampa

Nell’ambito dei servizi coordinati dal Comando Provinciale di Livorno finalizzati ad individuare i casi più consistenti di evasione e inosservanza delle regole poste a base della leale concorrenza, i finanzieri hanno portato a termine un’articolata attività ispettiva nei confronti di una sedicente “associazione sportiva dilettantistica” (A.s.d.) di Livorno, in realtà dimostratasi una vera e propria attività commerciale: un istituto di bellezza e cura della persona.
In dettaglio, come si legge in un corposo comunicato stampa divulgato dall’Ufficio Stampa delle Fiamme Gialle la mattina di venerdì 17 novembre, i finanzieri hanno effettuato una complessa indagine di polizia economico-finanziaria anche con sviluppo di accertamenti contabili, interviste a “clienti” e approfondimento delle presunte (e fallaci) qualifiche di “socio” nei confronti di centinaia di persone, parte delle quali risultavano “sulla carta” associate, così da sfruttare irregolarmente i vantaggi fiscali consentiti dal legislatore ai veri enti associativi.
E’ quindi emerso come i “presunti” soci non abbiano mai in realtà rivestito questo ruolo e non abbiano mai partecipato all’attività associativa, come invece prevedono le norme. Quali “semplici clienti” (oltre 400) hanno invece fruito di servizi dei “cura della persona” offerti, pagando il corrispettivo (esentasse) e senza alcun tipo di contatto e/o effettiva partecipazione alla sedicente “associazione”.
L’analisi dei flussi finanziari, come si legge ancora nella nota stampa diffusa dalla Finanza alle redazioni dei media, nei confronti della finta A.s.d., in realtà vero e proprio ‘evasore totale”, ha fatto emergere come nel corso di 5 anni siano stati incassati oltre 200mila euro non dichiarati al Fisco, con collegate violazioni IVA per ulteriori 100mila euro.
La finta associazione, continua il comunicato, non ha rispettato i requisiti previsti, perdendo la qualificazione di ente associativo (ed i relativi benefici fiscali) e inquadrandosi piuttosto quale vera e propria società/impresa, con tutti gli obblighi contabili conseguenti. In sostanza è stato fatto un distorto dello strumento associazionistico al solo fine di eludere il fisco e fare concorrer sleale alle analoghe attività imprenditoriali che rispettano le norme, talché l’ente è stato riqualificato in esercente “di fatto” un’attività di impresa con conseguente rideterminazione della base imponibile ai fini IRES, IRAP ed I.V.A. La sedicente “associazione” risultata carente dei requisiti necessari per usufruire del regime fiscale agevolativo previsto dalla  legge n. 398/91, in particolare l’assenza di democraticità/reale partecipazione della compagine sociale, attesa la sostanziale esclusione degli associati dalla vita associativa e dalla partecipazione alla volontà collettiva dell’ente.
Oltre alle contestazioni fiscali, è altresì emerso l’impiego di una lavoratrice “in nero” con conseguenti sanzioni calcolate in oltre 15.000 euro.

La Guardia di Finanza con simili servizi ha come principale obiettivo la tutela dell’economia legale, contrastando i fenomeni di illegalità economico-finanziaria maggiormente lesivi ed insidiosi, nonché proponendosi quale punto di riferimento in ordine alle iniziative volte alla tutela del sistema economico. L’attività operativa, come nel caso di specie, è orientata in modo mirato e selettivo su soggetti caratterizzati da elevati/concreti profili di rischi e sugli illeciti tributari che più danneggiano gli interessi erariali e le regole della concorrenza e del mercato. In particolare, nel contesto del generale comparto delle “associazioni” si riscontra che alcuni pseudo circoli/enti no profit abusino della qualifica giuridica, dissimulando in realtà l’esercizio di attività d’impresa, al solo scopo di eludere l’ordinario regime di tassazione previsto danneggiando in primis proprio i veri enti associativi meritevoli di rispetto e tutela, nonché l’imprenditoria sana.

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