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Frusciante, un uomo… il Cinema. Il suo mito tra web e videonoleggio: i suoi consigli

Lunedì 21 Dicembre 2020 — 17:21

Un fenomeno del web diventato punto di riferimento per tutti gli appassionati di ogni tipo di cinema. Ecco i suoi consigli per i film da vedere sotto le feste

di Tommaso Lucchesi

“Benvenuti o bentornati da Videodrome” è il tipico incipit che apre ogni video con protagonista Federico Frusciante (nella foto tratta dal suo profilo Facebook), uno degli ultimi videonoleggiatori d’Italia, profondo conoscitore del mondo del cinema, musicista punk e vero e proprio fenomeno del web, capace di macinare migliaia di visualizzazioni al giorno su Youtube grazie alla schiettezza e alla grande preparazione con cui ha recensito praticamente ogni film uscito in sala. Amatissime le rubriche “I consigli del mese” e “Il meglio e il peggio dell’anno” che gli hanno permesso di farsi conoscere anche oltre i confini regionali diventando uno dei più famosi “critici” indipendenti del nostro Paese. In esclusiva per i lettori di QuiLivorno.it Frusciante ci consiglia sei pellicole, tre meno conosciute e tre classici, per passare al meglio le feste di Natale, quest’anno doverosamente in casa.

Federico, l’horror è la scintilla che ti fa appassionare al cinema. Qual è il primo film che ricordi di aver visto?
“Intorno ai sette/otto anni guardai con i miei parenti “Profondo Rosso” ma ricordo bene che dovetti finirlo in cucina per la paura che mi aveva procurato il primo omicidio. Malgrado il terrore mi rimase addosso un senso di inquietudine che, rielaborato, mi fece capire di apprezzare il genere e da quel momento partì la mia curiosità di approfondire il mondo della celluloide a 360°. La cosa venne aiutata dalla programmazione televisiva di quegli anni in cui passavano moltissimi film classici e intorno ai 13 anni mi venne la voglia di vedere e conoscere di più; andavo al cinema almeno tre volte alla settimana. Quando crebbi un po’ iniziai a girare l’Italia per ammirare le più belle retrospettive su registi e autori. Mi accorsi in breve che delle 14 ore al giorno in cui rimanevo sveglio almeno 10 le dedicavo al cinema e alla musica, altra grande passione che mi esplose in adolescenza”.

Quanti film riesci a vedere al giorno?
“Dai tre ai quattro, principalmente di notte. Di giorno invece cerco di conciliare lavoro, musica e video per Youtube, nonché la lettura di molti libri sul cinema per tenermi informato. Per me vedere film e suonare rappresentano una vera e propria dipendenza e di questo periodo mi mancano soprattutto il non poter andare in sala e il non poter vedere e fare concerti”.

Come prepari una tua recensione?
“Intanto se fai un’attività del genere devi per forza vedere il film almeno un paio di volte per poterne parlare con cognizione perché ogni visione è diversa. Personalmente preferisco vederlo una volta al cinema e poi rivederlo a casa perché potrei cambiare idea. Quando guardo un film la prima volta e mi lascio soltanto affascinare dal lato tecnico significa che tutto il resto non sta funzionando: una cosa che odio infatti è accorgermi che c’è qualcuno che sta riprendendo… se la storia è fluida e ti prende i guizzi tecnici scendono in secondo piano. Ricorda che i migliori registi al mondo non ti fanno capire che stanno girando un film. A quel punto, una volta studiati gli autori e la produzione, accendo la videocamera ed esprimo le mie opinioni, talvolta a braccio e altre volte con un minimo di scaletta per evitare di far durare i miei video 24 ore”.

Come vedi il cinema italiano di oggi?
“Ammiro tanti registi bravi come Garrone, Manetti, Guadagnino, De Feo che però non riescono a sfondare definitivamente perché il pubblico ancora predilige un certo tipo di film drammatico e di commedia che qui ancora funzionano e vanno per la maggiore. Di contro il nostro cinema d’autore ha un grandissimo riscontro all’estero, sia in Europa che in America proprio perché siamo incapaci di scopiazzare lo stile di produzioni che culturalmente non ci appartengono e siamo autori alle volte di opere di respiro universale ma con uno stile tutto nostro. Aggiungo inoltre che anche a Livorno esiste un ottimo vivaio di ragazzi capaci ma azzittiti dal totale silenzio delle istituzioni”.

Quando hai aperto la tua attività e quale pensi sia il futuro del tuo lavoro?
“Iniziai a lavorare come videonoleggiatore nel giugno 1999 dopo aver conosciuto a Pisa una catena di franchising chiamata Videovip ed aver aperto con un amico una filiale a Livorno, poi ribattezzata Videodrome, come un famoso film di Cronenberg. Penso di essere rimasto uno dei pochissimi che ancora noleggia e vende soltanto prodotti audiovisivi ma con l’avvento dello streaming legale o illegale la mia è un’attività destinata a finire. Il periodo di pandemia e chiusure non ha aiutato e il colpo di grazia è dietro l’angolo”.

Quale è il cinema che ti piace?
“Amo il cinema in cui un regista riesce a mettere un’impronta di sé nel film ma non sempre una firma d’autore riconoscibile è sinonimo di qualità. Per quanto riguarda i generi prediligo l’horror e il fantascientifico; un horror funziona quando ti lascia un senso di inquietudine, di angoscia e malessere “positivo” sul quale poter riflettere anche dopo averlo visto mentre una buona fantascienza è quella che ti deve far sentire un bambino meravigliato anche tre ore dopo la visione”.

Come mai non hai intrapreso la carriera da regista?
“Non abitare a Roma e non inserirsi fin da giovanissimi in un certo tipo di ambiente rende difficile una professionalizzazione del genere. In ogni caso ho girato una ventina di corti mai pubblicati in attesa di un lungometraggio. Quest’anno sarebbe dovuto nascere un film horror insieme a mia moglie Eleonora ma il covid ha bloccato l’operazione. Speriamo di poter riprendere il tutto fra un paio d’anni”.

Oltre che grande cinefilo sei un affermato musicista. Cosa ami suonare?
“Suono e scrivo brani inediti post-punk col mio gruppo Superficie213. Non abbiamo mai fatto cover ma ci siamo esibiti in centinaia di locali da Sud a Nord sempre con la passione della prima volta. Preferisco magari fare un’esibizione davanti a tre persone che mi seguono rispetto ad aprire un concerto di qualcun’altro con 5000 persone davanti che aspettano solo chi viene dopo di te. La musica è espressione interiore e non approvo la mercificazione televisiva dei cantanti che sta portando avanti l’industria discografica in questi ultimi anni”.

Hai preso parte a numerosi eventi legati al cinema in tutta Italia con diversi riconoscimenti. A quale sei più legato?
“Li ho tutti nel cuore ma se devo ricordarmene uno sicuramente il FiPiLi Horror Festival perché fatto a Livorno e da livornesi”.

La tua popolarità è legata alle recensioni ma anche al “personaggio” di Frusciante. Quando è partita la tua carriera sul web?
“In realtà non è partita da me ma da alcune registrazioni video in cui parlo di film fatte dai ragazzi dei Licaoni. Queste clip vennero pubblicate su Youtube nel 2010 e, a quanto mi dissero, ebbero un successo enorme. Da quel momento è nata la mia immagine sul web e venni travolto da una marea di collaborazioni, consulenze, interviste, partecipazioni e inviti che mi hanno fatto immensamente piacere. E’ curioso che mi riconoscano da fuori Livorno con tanto di visite da tutta Italia nel mio negozio mentre in città in pochi sanno che esisto. In questo il rapporto con la mia Livorno non è cambiato e non sono minimamente cambiato io rispetto a lei”.

Cos’è quindi per te il cinema e come lo vedi in futuro?
“Andare in sala e lasciarsi rapire dalla visione di un film è una sessione di terapia collettiva al buio dove viene fuori quello che si è davvero. Una pellicola può far emergere tratti sconosciuti di te ed è un’arte che non puoi “cambiare” in diretta come quando si fischia a teatro… il cinema lo subisci ma la bellezza sta proprio nell’immersione che ti permette. Il futuro lo vedo con il totale sopravvento delle piattaforme streaming e la sala che diventerà un prodotto d’élite con prezzi stellari per un piccolo pubblico borghese, come oggi è andare a vedere un’opera lirica”.

Siamo sotto le feste. Qualche consiglio da intenditore?
“Ti propongo tre film meno conosciuti che mi sono molto piaciuti e non fanno parte della “tradizione”:

  • “Trasporto Eccezionale – Un racconto di Natale” (2010)
  • “Krampus – Natale non è sempre Natale” (2015)
  • “Mirrormask” (2005)

Tra i classici è obbligatorio guardarsi:

  • “Gremlins” (1984)
  • “Ladyhawke” (1985)
  • “Dark Crystal” (1982)

Infine per capodanno lo storico “Strange days” del 1995. Sul fronte serie non sono particolarmente appassionato perché le vedo solo come lunghe operazioni commerciali per un format televisivo che non è quello del cinema ma in ogni caso posso dirti quelle che mi sono piaciute e consiglio: “American Horror Story”“The Good Omen” e “Dead Set”.

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