Giacomo è tornato a casa: “Grazie a tutti”
Ringraziamo Giacomo per la disponibilità
"Sto riprendendo in mano la mia vita. Ho sempre pensato che una volta fuori avrei avuto bisogno di aiuto e invece piano piano mi rendo conto di essere sempre più autonomo". A parlare è Giacomo Pacini, che ringraziamo per la disponibilità, a distanza di oltre 4 mesi, era il 1 febbraio, dall'incidente. Lo raggiungiamo telefonicamente a casa dove è tornato ad abitare dal 10 giugno dopo aver abitato dal 20 marzo, giorno delle dimissioni dall'ospedale, a casa di nonna poiché in quel momento era la soluzione logisticamente più "pratica"
“Sto riprendendo in mano la mia vita. Ho sempre pensato che una volta fuori avrei avuto bisogno di aiuto e invece piano piano mi rendo conto di essere sempre più autonomo. Presto, spero di non avere più bisogno neanche delle stampelle”. A parlare è Giacomo Pacini, che ringraziamo per la disponibilità, a distanza di oltre 4 mesi, era il 1 febbraio, dall’incidente a seguito del quale è finito in Rianimazione. Lo raggiungiamo telefonicamente a casa dove è tornato ad abitare dal 10 giugno (il 9 giugno ha festeggiato 31 anni) dopo aver vissuto dal 20 marzo, giorno delle dimissioni dall’ospedale, da nonna poiché in quel momento era la soluzione logisticamente più “pratica”. Prima di essere dimesso, Giacomo è stato 25 giorni in Rianimazione e i successivi 22 giorni, fino al 19 marzo appunto, in Ortopedia. E ora per il “Pacio” sono solo ringraziamenti anche se per chi scrive è difficile provare a dare un ordine di importanza. “Voglio ringraziare tutti gli amici che mi sono venuti a trovare durante il mio periodo di Rianimazione. Ho saputo che pur non potendo entrare venivano e stavano fuori a fianco della mia famiglia. Amici, che tuttora stanno venendo per farmi passare qualche ora della giornata con il sorriso. Ringrazio tutta la famiglia, ringrazio nonna e Adriano Tramonti che mi ha detto che quando sarò pronto potrò andare a correre al campo e utilizzare la palestrina che hanno allestito tempo fa”. E ancora: “Grazie a tutto, ma proprio tutto, il personale di Rianimazione e Ortopedia: non erano sanitari, mi sono sembrati quasi fratelli, sorelle e mamme: “Giacomino tutto a posto, hai bisogno?” mi dicevano. E quando sono stato dimesso nel corridoio verso l’ascensore sono venuti tutti a salutarmi. Ringrazio chi mi ha operato hanno fatto un miracolo. Ringrazio i ragazzi della Svs e un saluto al “ragazzo dei viaggi lunghi” come l’ho definito io. Un grazie anche alla fisioterapista, alla logopedista e alla fisiatra dell’ospedale: tutti bravissimi. E ai dottori di Cisanello dove mi sto recando per alcuni controlli. Un grazie infine anche al mio vicino che ogni tanto viene a trovarmi”.
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