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I miei draghi: un “corto” contro il bullismo e la paura del diverso

Lunedì 3 Agosto 2020 — 07:15

La protagonista del corto è una bambina sognatrice, vittima dei bulli per questo suo sognare ed essere diversa; lei vede i draghi all'ingresso della scuola, esseri che rappresentano le sue paure. Verrà aiutata a sconfiggere i draghi da un principe, il maestro di storia dell'arte, un maestro disabile

di Chiara Montesano

L’unione fa la forza e dall’unione tra l’Associazione Paraplegici Livorno e il giovane regista labronico Matteo Marchi è nato un cortometraggio che tratta di bullismo e accettazione del diverso.
Venerdì 31 luglio all’Acquario di Livorno è stato presentato il cortometraggio dal titolo “I miei draghi“, introdotto da una tavola rotonda a cui hanno preso parte la vicesindaca Libera Camici, l’Assessore Andrea Raspanti, la direttrice dei servizi sociali Azienda USL Toscana Nord Ovest Laura Brizzi, la responsabile per la Azienda USL Toscana nord ovest dei servizi sociali di Livorno Laura Adorni Pallini, il regista Matteo Marchi e il presidente della Associazione Paraplegici Livorno Fabrizio Torsi.
L’idea di questo cortometraggio è nata un po’ per gioco e un po’ per caso, come afferma il regista Matteo Marchi; durante una sua lezione di teatro ha conosciuto Viola Fangio, una bambina di 9 anni con una grande creatività che ha ispirato il ragazzo a scrivere un racconto e a decidere di metterlo in scena con proprio Viola come protagonista.
La protagonista del corto è una bambina sognatrice, vittima dei bulli per questo suo sognare ed essere diversa; lei vede i draghi all’ingresso della scuola, esseri che rappresentano le sue paure. Verrà aiutata a sconfiggere i draghi da un principe, il maestro di storia dell’arte, un maestro disabile rappresentato dal presidente dell’Associazione Paraplegici Livorno Fabrizio Torsi. Si è voluto dare un’immagine diversa anche della disabilità; il maestro è un “figo” ed ha un rapporto fraterno con la sua alunna.
Questi 15 minuti di corto vogliono sensibilizzare le persone sul tema della diversità e del bullismo e il regista Marchi spera di poter portare la sua opera anche nelle scuole, per sensibilizzare i giovani su tematiche delicate e importanti e per aiutarli a giocare con la fantasia.
Il progetto è stato finanziato interamente dall’Associazione Paraplegici Livorno grazie ai soldi raccolti con la loro attività di auto sostitutiva multi-adattata e scuola guida con macchina multi-adattata. “Il corto è un lavoro amatoriale – spiega Matteo Marchi – È il mio secondo lavoro, il primo finanziato da qualcuno che ha creduto in me. È bello vedere che in una società come questa c’è un’associazione che decide di dare fiducia a un giovane”.

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