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Jacopo, a 25 anni su Nature con il suo studio sul “latte” delle formiche

Mercoledì 30 Novembre 2022 — 23:59

Nelle prime due foto Jacopo Razzauti ritratto dalla fotografa Laura Grant durante alcuni sui studi sul campo. Nelle altre immagini le formiche pubblicate dal livornese sull'articolo di Nature

Jacopo Razzauti, livornese di 25 anni, fa parte del team di ricerca della Rockfeller University di New York che ha scoperto il valore nutrizionale del liquido delle pupe che gli adulti danno alle larve come nutriente, analogamente come succede con il latte per i mammiferi. Il neuroscienziato labronico: "Sono davvero felice di questo risultato, siamo rimbalzati anche sul New York Times e sul National Geographic"

di Giacomo Niccolini

Jacopo Razzauti è un giovanissimo neuroscienziato livornese di “soli” 25 anni. Da circa un anno e mezzo è approdato alla Rockfeller University di New York come ricercatore all’interno dei laboratori scientifici della prestigiosa università americana. Dopo aver studiato in Scozia e in Canada e dopo aver ricercato sul campo, in Madagascar, il comportamento dei lemuri si è dedicato alle formiche e, arrivando a New York si è inserito come microscopista all’interno di questo studio specifico di una secrezione che le pupe della maggior parte di questi insetti produce e che viene data dagli esemplari adulti alle larve come nutriente con macrobiotici e sostanze che fanno “crescere meglio” la larva. In pratica una sorta di “latte” simile, per paragone nutritivo, a quello che i mammiferi danno ai loro cuccioli.
Una scoperta sensazionale quella del team di ricerca composto da Daniel JC Kronauer, Orli Snir, Hanan Alwaseem, Soren Heissel, Anurag Sharma, Stephany Valdés-Rodríguez, Thomas S. Carroll, Caroline S. Jiang e appunto Jacopo Razzauti. Tanto sensazionale da finire sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature (clicca qui per leggere l’articolo uscito nel pomeriggio di mercoledì 30 novembre), vero e proprio punto di arrivo di qualsiasi uomo di scienza sulla faccia della terra. Qui confluiscono e vengono raccolte tutte le ricerche e le scoperte di ogni angolo del pianeta degne di essere trattate con dovizia di particolari con tanto di articoli scientifici e documentazione a supporto. Ed è qui che è finito lo studio di cui ha fatto parte anche il nostro Jacopo Razzauti. Nostro, lo diciamo anche con un pizzico di orgoglio, perché proprio in età liceale (ha frequentato il Liceo Cecioni – Scienze Applicate), ha partecipato al programma scuola-lavoro proprio con la nostra redazione dove per alcune settimane ha partecipato alla vita e alla creazione quotidiana del giornale.
Ma tornando allo studio scientifico di Jacopo, chiaramente la notizia è rimbalzata ovunque nel mondo, dal New York Times al National Geographic dove è stato dato risalto a questa scoperta del team del Rockfeller University.
“Diciamo che sono arrivato qui al momento giusto e nel posto giusto – racconta Razzauti alla redazione di QuiLivorno.it con una videochiamata su WhatsApp dalle aule dell’università newyorchese – Quando sono giunto qui nel laboratorio di ricerca del professor Kronauer mancava proprio una persona che si occupasse di microscopìa e che fosse esperto in materia. Cosa che per fortuna ero grazie alle mie esperienze passate con lo studio del cervello di animali e di insetti. Ma soprattutto avevo già utilizzato quella determinata tecnica e quel microscopio. Sono arrivato quasi a conclusione dell’articolo su questo studio sulle secrezioni delle pupe di formica, mancava questo aspetto tecnico che ho completato con le mie competenze. Siamo nove in tutto i co-autori dell’articolo. È stato un successo internazionale e ne sono davvero felice. La notizia è esplosa ed è rimbalzata in tutto il mondo. Davvero una bella emozione”.
Razzauti nello scorso giugno è stato anche nel deserto dello Utah sempre per lo studio delle formiche. “Devo molto a Orli Snir che è la persona che ci ha messo davvero più impegno di tutti. E durante il progetto si è affidata a varie persone per curare determinati aspetti come, appunto, quello della microscopìa in quanto è un progetto davvero multidisciplinare. La scoperta che ha fatto in prima persona Orli Snir è stata questa: le pupe, che sono lo stadio intermedio tra la larva e gli adulti delle formiche, rilasciano questo fluido che se rimane attaccato alla pupa la pupa muore perché si creano delle infezioni. E quindi cosa accade? E sta qui la scoperta sensazionale. Che gli adulti prendono il fluido, lo succhiano, e lo danno da mangiare alle larve come una sorta di nutriente, analogo del latte materno. Specifichiamo, non ha niente a che vedere con il latte come siamo abituati a pensarlo e vederlo noi. Si tratta semplicemente di un analogo funzionale. Svolge quindi simili funzioni per quanto si possa assimilare il mondo umano a quello degli insetti e delle formiche. Nel senso che gli adulti lo danno alle larve che senza di questo non crescono abbastanza bene”.
Tutte le formiche del mondo funzionano così? “Noi siamo partiti dalla specie – spiega il neuroscienziato a QuiLivorno.it – che abbiamo in laboratorio con cui riusciamo a lavorare bene, ma siamo riusciti a capire che la maggior parte delle specie utilizzano questo sistema per la nutrizione delle larve. Questo sistema, oltretutto, aumenta la coesione nella colonia. È un fluido di scarto che è stato riadattato per la coesione all’interno della colonia. Se questo fluido non viene dato alle larve abbiamo osservato che queste larve crescono peggio e hanno meno vitalità. Dentro il fluido abbiamo fatto dei profili di proteomica e abbiamo visto che ci sono degli enzimi del sistema immunitario e dei micro e macro nutrienti che fanno bene alla crescita e allo sviluppo corretto delle larve”. Adesso il team di ricerca di cui fa parte Jacopo Razzauti finirà sulla prima pagina, in copertina, del prossimo numero di Nature. Una bella soddisfazione. Anche se al riguardo, Jacopo Razzauti, rivela un retroscena carino.
“Ho scoperto – conclude il 25enne livornese – che non sono il primo Razzauti a finire su Nature. Già nel 1958, un altro livornese di nome Alberto Razzauti, venne pubblicato sulla nota rivista scientifica per uno studio sull’ermafroditismo sui nicchi di re. Sono quindi il secondo livornese, nonché il secondo Razzauti, a finire su Nature”.

Qua sotto un estratto del video pubblicato su Nature (inserito nella cartella stampa rilasciata dall’università) relativo allo studio di cui ha fatto parte Razzauti e che mostra come si comportano questi insetti in presenza del “latte” delle pupe. 

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