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La fontana monumentale “Leda e il cigno” restituita alla città

Mercoledì 12 Gennaio 2022 — 16:38

L'opera, eseguita da Luigi Brizzolara tra il 1920 e il 1930, era originariamente incastonata nel muro perimetrale della Villa Attias. Nel 1968, anno di demolizione di quest'ultima, venne collocata nel luogo attuale

Con un grande elogio per lo spirito di mecenatismo dimostrato, l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi ha voluto ringraziare Enrico Fernandez Africano, che con la sua famiglia, ha finanziato il restauro della fontana monumentale “Leda e il cigno” (foto di Lorenzo Amore Bianco).
La scultura, riportata al suo splendore, è stata ri-presentata alla città la mattina di mercoledì 12 gennaio a Villa Fabbricotti, dove è situata.

L’opera, eseguita da Luigi Brizzolara tra il 1920 e il 1930, era originariamente incastonata nel muro perimetrale della Villa Attias. Nel 1968, anno di demolizione di quest’ultima, venne collocata nel luogo attuale.

“Davvero apprezzabile– ha rilevato Lenzi – questo gesto, e questa sensibilità della famiglia Fernandez, che si inscrive in quella nobile pratica per cui chi ha ottenuto grandi risultati nella vita restituisce qualcosa alla comunità nella quale è cresciuto. Pratica purtroppo poco frequentata dai livornesi. Speriamo dunque che il gesto del dottor Fernandez sia di esempio a tutti: il Comune da solo non può farcela”.

Il Garden Club ha collaborato fornendo le piante per l’area a verde ripristinata intorno alla statua, intervento della cui progettazione si è occupata l’agronoma Paola Spinelli.

Scheda dell’opera – La fontana in marmo, eseguita da Luigi Brizzolara (Chiavari 1868 – Genova 1937) tra il 1920 e il 1930, adornava originariamente il giardino della villa Attias ed era incastonata nel muro perimetrale. Si trova nella sua attuale collocazione dal 1968, anno della demolizione della suddetta villa. La fontana è composta da un corpo centrale e tre vasche sottostanti, poste a livello del terreno. Due corpi, maschile e femminile, fortemente arcuati ed uniti all’altezza del petto, afferrano ognuno con una mano, rispettivamente il becco e l’ala destra di un cigno. Questo sovrasta l’intera struttura tenendo le ali leggermente rialzate mentre uno sfondo anch’esso ad andamento curvilineo completa il gruppo scultoreo.

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