La Rai racconta Livorno. Il REPORTAGE

Un reportage di oltre cinquanta minuti che parte dalle scogliere del Romito e arriva nel cuore della Venezia, sboccia nelle parole di Bobo Rondelli e di Mario Cardinali per adagiarsi su di un cinque e cinque di Gagarin imbottito in un pan francese (clicca qui per guardare il servizio andato in onda sulla Rai domenica 7 aprile).
Eccola Livorno in tutto il suo splendore, in tutta la sua genuinità, in tutto il suo folklore. “Dovete sapere che c’è un detto che dice meglio disoccupati a Livorno che impiegati a Milano”. E viene detto con sguardo fiero guardando nella  telecamera, senza vergogna, ma con orgoglio mentre il muro dell’Accademia raccoglie le spalle nude e baciate dal sole. E’ questa Livorno, ed è raccontata alla perfezione in un servizio intitolato “Il porto di Livorno” facente parte dei reportage sulle bellezze italiane targati “Di là dal fiume e tra gli alberi” a cura di Rai Cultura, e andato in onda la mattina di domenica 7 aprile. Un servizio che prende per mano chi guarda, facendosi Virgilio in quel girone dantesco di piaceri e imperfezioni così belle, che non sono altro che la nostra città.
C’è la Fortezza, ci sono gli aneddoti tra mito e leggenda, c’è chi spiega come si pulisce il pesce, c’è il porto che dorme e vive come un gigante che tutto muove, ci sono i fossi, Massimo Rizzoli che racconta di cosa significa stare su di un ring, ci sono i bimbi motosi, c’è sua maestà il cacciucco, quello con “5 c”, inimitabile. C’è il cinema raccontato tramite le tante pellicole girate proprio all’ombra dei Quattro Mori e attraverso le parole dell’attore Pietro Fornaciari. E poi c’è Lei, la Terrazza Mascagni al tramonto, quella magica scacchiera che accarezza il mare e su cui il servizio sfuma a nero per un arrivederci dal sapore di salmastro.