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L’astronauta Nespoli ospite alla Kayser: “Sognate cose impossibili”

Sabato 28 Aprile 2018 — 00:07

Il cosmonauta italiano, per tre volte in orbita, ha raccontato alla platea le sue esperienze tra le stelle. Tra i presenti anche il sindaco Nogarin che gli ha posto alcune domande

di Federico Bacci

Nel pomeriggio di venerdì 27 aprile si è svolto alla Kayser Italia di via di Popogna l’incontro con l’astronauta Paolo Nespoli (foto in pagina gentilmente fornite da Adele De Simone). Nespoli ha esposto i racconti delle sue esperienze spaziali a un pubblico di tecnici e di giovani studenti, focalizzandosi sulla missione VITA. Presente all’incontro anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin.

“La Kaiser è un’eccellenza nel mondo – ha dichiarato Nespoli – è bello leggere questo nome negli esperimenti e nelle strumentazioni che usano globalmente. La qualità è sempre altissima”.

L’astronauta è stato tre volte nello spazio: nel 2007, nel 2010-11 e nel 2017. Nespoli ha poi proseguito con aneddoti e rispondendo alle curiosità dei presenti, riguardo alla preparazione per la missione e alla vita in orbita. “Sulla stazione spaziale devi essere pompiere, medico, elettricista: inoltre sei lì per lavorare, non è assolutamente una vacanza. L’addestramento dura solo 3 anni, nei quali si compiono esperimenti ed esperienze di tutti i tipi, come resistere per 3 giorni nel freddo siberiano oppure vivere per 3 settimane in una camera subacquea. La vita è completamente diversa, proprio a livello fisico: devi imparare di nuovo le azioni base, come mangiare e bere”.

Tra le domande, il sindaco Nogarin, dopo aver ringraziato ed elogiato Nespoli, ha chiesto come ci si sente a svegliarsi nello spazio. “Dal punto di vista fisico – ha risposto l’astronauta – è difficile, ti senti sempre a testa in giù. Alla fine ci fai l’abitudine. Dal punto di vista filosofico, però, è un’esperienza pazzesca, che tutti dovrebbero provare. Si tira fuori la voglia di esplorare, la curiosità che ci consente di superare i limiti, che spesso sono muri di carta, che con una spinta vanno giù. Ho realizzato il mio sogno, quello che da bambino tutti sperano di realizzare. Mi sono accorto che uscire dal pianeta, diventare un extraterrestre paradossalmente consente di prendere coscienza di quello che l’umanità sta facendo alla Terra; da lassù ti accorgi di amarla davvero e di doverla proteggere e rispettare a tutti i costi”.

Infine Paolo Nespoli ha ribadito l’importanza dei collegamenti verso la Terra e della didattica verso i giovani. “Si sensibilizzano gli studenti a valorizzare davvero i momenti – ha spiegato il cosmonauta – Per fare un collegamento radio dalla stazione si hanno solo 10 minuti circa: da lassù si può imparare davvero cosa significhi vivere su un pianeta come il nostro, fuori dalle cose ci tengono schiacciati nella vita di tutti i giorni. Sognate cose impossibili”.

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