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Livorno-Lucchese 3-0, raccolti oltre 34mila euro. “Matteo uno di noi”. Premiato il piccolo

Mercoledì 20 Settembre 2017 — 23:25

La storia di Matteo, diventato simbolo della Livorno che non si arrende dopo il nubifragio, è stata raccontata dal nostro giornale il 13 settembre e il 20 settembre, in occasione di Livorno-Lucchese, la società amaranto e il Coordinamento Club Livorno hanno deciso di premiare il piccolo con una sciarpa e la tuta ufficiale del Livorno

di Anna Campani

L’incontro tra Livorno e Lucchese aveva un sapore particolare: era il primo match giocato al Picchi dopo il nubifragio che è costato la vita a nove persone. Proprio per questo, la società amaranto aveva deciso di devolvere in beneficenza tutto l’incasso della serata. Ebbene, gli spettatori paganti sono stati 3.336 per un incasso totale di 34.155 euro (nel conteggio non viene contata la quota relativa agli abbonati). Davvero un bel traguardo con la speranza che questi soldi possano restituire il sorriso a chi sta ancora pagando a caro prezzo quanto accaduto nella notte del 10 settembre.

La premiazione del piccolo Matteo – Un silenzio assordante, la speranza negli occhi di un bambino che timidamente calpesta quel campo, quello dove la sua squadra sta per giocare, giocare come fanno quelli della sua età (clicca sul link in fondo all’articolo per guardare le foto e il video della premiazione e le foto della partita). Matteo non ha solo negli occhi quella triglia forse troppo grande per lui, che lo stringe a sé. Matteo, 5 anni e mezzo, ha negli occhi, ancora, le immagini del 10 settembre scorso, ha il coraggio e il carattere, quella domanda, quel desiderio di aiutare, di aiutare a portare via quel fango, che troppo ha portato via alla nostra città (clicca qui per il successo sulla Lucchese). “Matteo uno di noi” intona la curva, quando quel bambino corre sotto la curva, come fanno i suoi idoli quando segnano una rete. La storia di Matteo, diventato simbolo della Livorno che non si arrende dopo il nubifragio, è stata raccontata dal nostro giornale il 13 settembre e il 20 settembre, in occasione di Livorno-Lucchese, la società amaranto e il Coordinamento Club Livorno hanno deciso di premiarlo con una sciarpa e la tuta ufficiale del Livorno. 

Piccoli livornesi crescono, forse troppo presto, ma con quel carattere che contraddistingue la nostra città. Matteo ha riposto il secchiello e la pala, orgoglioso, con quei vestiti sporchi e ha indossato la maglia del Livorno, in mezzo al campo del Picchi. Premiato dal Centro di Coordinamento amaranto e dalla società per quello che ha fatto: per aver espresso con quella richiesta a mamma e babbo di aiutare i più grandi, lui che abita in Collinaia una delle zone più colpite. I piccolo, dopo essere stato acclamato sotto la curva nord “Matteo uno di noi” è per mano ai suoi genitori ha poi raggiunto gli spalti e si è seduto insieme ai tifosi amaranto, insieme alla sua gente, insieme alla sua Livorno, diverso e cresciuto ma pur sempre un bambino di cinque anni con la voglia di sostenere l’amaranto.

Matteo si siede e porta speranza, prima del silenzio, quello assordante del minuto di raccoglimento. Perché il tempo passa e le ferite poi si fanno più chiare, ma non spariscono mai davvero. E allora lo stadio ricorda, ricorda la sua gente. I tifosi in curva nord stringono tra le mani gli striscioni con i nomi delle vittime, nessuno dimenticherà mai. “Nove vittime da ricordare, una città da rialzare…. Per Livorno continuare a lottare” e Livorno lotta, come ha lottato Matteo dentro quel fango.
Ci siamo. E’ il momento della partita. I giocatori amaranto hanno quel laccio nero stretto al braccio, che parla senza dire niente. Morelli prima del match depone un mazzo di fiori sotto la nord in memoria delle vittime, lui che insieme a tanti livornesi ha spalato, per togliere quel fango che un po’ è rimasto addosso a tutti noi.

Una curva che sta in silenzio per i primi nove minuti della partita (uno per ogni vittima, ndr), lasciandosi poi andare ad un applauso liberatorio e ai cori, all’incitare la propria squadra. In campo una città intera, un popolo, unico e unito. Matteo è lì, tra i tifosi, e lo immaginiamo mentre canta “Non ti lasceremo mai”, come ha fatto lui con la sua città. Piccoli livornesi crescono e crescono nel modo giusto, con quello spirito tutto speciale della città dov’è nato.

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