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L’ultima volta di Paolo, in “pensione” dopo 234 donazioni

Lunedì 17 Aprile 2023 — 11:47

Paolo Demi, 70 anni a luglio, il 17 aprile al Centro Trasfusionale dell'ospedale di Livorno insieme alla responsabile settore donatori dottoressa Eleonora Catarsi e alle infermiere Letizia Chiocchi, Federica Campi e Barbara Teti Tozzini

Il record di Paolo Demi, donatore Avis dal settembre 1980 al 17 aprile 2023: "Mi devo fermare per limiti di età: 70 anni. Donare è bellissimo e poi è un gesto d'amore anche verso se stessi: permette di tenersi costantemente sotto controllo e di avere uno stile di vita sano. Donate, soprattutto plasma"

Se la legge non gli avesse detto “basta” c’è da scommetterci che avrebbe continuato per qualche altro annetto. Ma per Paolo Demi, livornese, 70 anni a luglio, 234 donazioni (non è un errore di battitura, avete letto bene), è arrivato il momento di andare in “pensione” come… donatore di sangue e plasma. Iscritto all’Avis, di cui oggi è presidente Zonale Livorno, dal settembre 1980 il 17 aprile Demi ha effettuato la sua ultima donazione salutando poi il personale presente del Centro Trasfusionle dell’ospedale di Livorno che a sua volta lo ha salutato con “grande dispiacere” e poi ha scattato una foto ricordo. Sì perché, per sopraggiunti limiti di età, l’ex responsabile ufficio turismo del Comune, per 25 anni responsabile affari generali, programmazione, allestimento e biglietteria del Comitato Estate Livornese del Teatro Livorno e per 1 anno direttore del Teatro Goldoni, non potrà più effettuare donazioni. “La normativa – spiega a QuiLivorno.it che lo ha accompagnato volentieri nel corso della sua ultima donazione – è chiara: non si può donare dopo 70 anni di età. Dal 1980 ad oggi ho donato sia sangue che plasma. Principalmente plasma una volta al mese al circa, il sangue una volta ogni tre mesi circa. A questo proposito vorrei sottolineare l’importanza di donare il plasma, che è richiesto più del sangue, perché è ausilio fondamentale per i portatori di difetti immunitari e disturbi della coagulazione: malattie croniche dalle quali non si esce e che dipendono proprio dalle disponibilità di plasma. Io ho iniziato grazie al gruppo donatori comunali, di cui ora sono il responsabile, e con il mio esempio ho convinto altri colleghi a donare. Non è stato facile perché occorre far superare alle persone una sorta di resistenza psicologica”. Resistenza, manco a dirlo, che per Paolo non esiste. Prosegue: “Dopo la donazione la sensazione è bellissima, ci si sente bene dentro l’anima consapevoli di aver fatto del bene alla collettività”. Non è obbligatorio essere iscritti ad una associazione per recarsi al Centro Trasfusionale a donare ma Paolo spiega perché l’iscrizione sarebbe opportuna: “Consente di essere chiamati quando c’è bisogno di donare. Il Centro si occupa della gestione della donazione ma non si occupa della “chiama”. Ecco perché essere iscritti ad una associazione secondo me è importante”. E poi, in generale, donare è un gesto d’amore anche verso se stessi. “Permette di tenersi costantemente sotto controllo e stimola ad avere uno stile di vita sano a tavola”.

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