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Magrignano, nasce la chiesa dedicata a Madre Teresa

Lunedì 1 Aprile 2019 — 18:33

Il complesso ha un valore di 3.400.000 euro. Il 70% è stato finanziato dai fondi dell'otto per mille, mentre altri contributi sono derivati direttamente dai fondi della diocesi

di Ilaria Fantoni

La nuova chiesa dedicata a Santa Madre Teresa di Calcutta aprirà presto le porte ai suoi fedeli, infatti domenica 7 aprile entrerà in funzione e sarà, quindi, inaugurata e consacrata.
La struttura, nel quartiere di Borgo di Magrignano (in via della Padula per la precisione) è stata voluta fortemente dal vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, nonché architetto.
“Il complesso ha un valore di 3.400.000 euro – precisa Giusti – Il 70% è stato finanziato dai fondi dell’otto per mille, mentre altri contributi sono derivati direttamente dai fondi della diocesi”.
Già al di fuori del complesso religioso veniamo accolti da un imponente torre campanaria, caratterizzata da colonne in cemento armato, che si innalzano vero il ripiano in cui vengono alloggiate le campane, ancora assenti.
Il luogo di preghiera è rivolto verso oriente (est-ovest per la precisione), per mantenere la tradizione architettonica cristiana degli edifici di culto, ed è di forma irregolare. Il soffitto ha travi di legno che favoriscono l’acustica evitando l’effetto “eco”, facendo risultare chiaro ciò che viene detto. “L’edificio è costituito da un telaio di travi e pilastri in cemento armato, mentre la copertura è in legno – spiega l’ingegnere Marco Canonici, tra i professionisti responsabili che hanno contribuito alla realizzazione della struttura – Inoltre la chiesa è stata rialzata di un metro per evitare il rischio in caso di esondazioni essendo la zona molto colpita dall’ultimo tragico evento alluvionale e vicina al rio che scorre qui a fianco”.
La porta principale è la Porta dei Santi, che accolgono i fedeli, ed è rifinita con una vetrata di colori caldi e intensi con al centro un cuore rosso, simbolo della congregazione di Madre Teresa. “E’ una chiesa molto luminosa – spiega il vescovo – di una luce che proviene dall’alto, da Dio, e che riesce ad irradiare anche la navata. Entrando si ha davanti il presbiterio, con ambone, altare e sede, tre elementi realizzati dall’artista Paolo Grigò.
“L’ambone è il luogo della Parola rivolta da Dio ai fedeli ed è in basso rilievo – spiega lo stesso artista, Grigò – Su di esso ho rappresentato i quattro evangelisti, tutti attraverso i loro simboli: Matteo raffigurato da un Uomo, Marco da un leone, Luca da un bue e Giovanni da un’aquila. L’altare rappresenta la mensa del Signore, quindi ho designato Gesù circondato dagli apostoli e altri elementi simbolici, come il pane, il vino, i pesci e i calici, tutto collegato intorno da una corona di spine, simbolo della sofferenza e del sacrificio di Cristo – continua – Per quanto riguarda la sede del sacerdote nella lunetta è rappresentato Cristo che, da un lato, abbraccia tutte le religioni, in segno di accoglienza verso tutti i popoli, e dall’altro si trova Madre Teresa che a sua volta abbraccia un bambino”.
Il pavimento del presbiterio è prevalentemente di marmo e proviene dalla pavimentazione realizzata per il Giubileo del 2000 nel Santuario di Montenero. “Come architetto – precisa Giusti – sento sempre la sensibilità di riutilizzare il patrimonio esistente”.
A sinistra dell’altare si hanno due spazi dedicati rispettivamente alla Vergine Maria e a Madre Teresa. Più avanti, invece, vi è la cappella per la celebrazione eucaristica feriale, riservata alle madri con bambini, i quali, avendo bisogno di più attenzioni e un po’ di svago, possono stare all’interno senza interrompere la messa e senza essere disturbati. Le madri allo stesso tempo possono comunque seguire la celebrazione, in quanto la cappella è collocata in un punto in cui è possibile vedere tutto il presbiterio.
La chiesa è composta anche di fonte battesimale e penitenzeria, di spazio per le devozioni e di sacrestia.
All’interno della struttura religiosa, a più piani, vi sono l’oratorio, composto da salone, in cui verranno organizzate conferenze o spettacoli, aule per il catechismo, ufficio parrocchiale, ornato da rombi che ricordano la città pisana, luogo natio del vescovo, e una cappella per l’adorazione eucaristica perpetua. La casa canonica, invece, è costituita da cucina, soggiorno, studio e zona notte con due camere.
E’ possibile osservare il panorama della città attraverso un’ampia terrazza.
Riguardo gli spazi all’aperto, saranno costruiti il campo sportivo e lo spogliatoio.
L’intera struttura, sia internamente che esternamente, è accessibile anche ai disabili, in quanto priva di barriere architettoniche: dentro il complesso è stato installato un’ascensore per potersi muovere sui vari piani, mentre nella zona all’aperto, saranno previsti dei posti auto riservati.
“Il mio grazie va al vescovo, che ci ha dato fiducia, all’ingegner Marco Canonici e a Andrea Bottai, titolare di Bottai Group Srl, che ha reso possibile la realizzazione di quest’opera – afferma Stefano Caturegli, direttore dei lavori – Per la realizzazione della struttura sono state coinvolte numerose ditte, tra cui Bottai Group Srl, BNV Srl, Elettroimpianti Manrico Cristianini e Officina F.lli Niccolini Srl”.

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