Mara, 90enne “maestra” del volante. “Presi la patente da sfollata, ai quei tempi una rivoluzione”
"In quegli anni lo spirito di rivalsa verso le privazioni che avevamo dovuto subire durante la guerra mi spinse ad osare. Non erano molte le ragazze che provavano ad emanciparsi, anche attraverso un traguardo che oggi potrebbe apparire scontato"
All’assemblea dei soci (clicca qui per leggere il bilancio) la ribalta principale viene riservata tradizionalmente alla celebrazione dei tesserati Aci con più anni di patente. Associati forti di meriti anagrafici legati al conseguimento della patente, che per questo si sono guadagnati il diritto di entrare nell’elenco suddiviso in differenti categorie. Nell’edizione 2018, Veterani, Pionieri, Maestri e Accademici della Guida, vale a dire gli affiliati con in tasca una patente da almeno 40, 50, 60 e 70 anni, hanno sfilato in parata davanti ai vertici dell’Aci provinciale per ricevere l’ambito attestato di lungo corso con il documento rosa in tasca. Stavolta la lista ha visto premiate ben 37 persone: 7 Veterani, 19 Pionieri e 11 Maestri.
Tra questi ‘illuminati’ del volante, in occasione dell’ultima assemblea ospitata dai prestigiosi locali del Grand Hotel Palazzo, spicca la storia personale di Mara Sereni (nella foto in pagina) insignita del titolo di Maestra del volante in virtù del famigerato “documento rosa” conseguito addirittura nel 1952. Un quasi record per l’edizione di quest’anno visto che, in assenza di Accademici, nella lista degli emeriti della guida c’è stato spazio soltanto per un altro associato, Francesco Biancofiore originario di Torino, patentato un anno prima di lei.
“Ho conseguito la licenza di guida a Pontedera quando ero ancora sfollata. Anche se ci tengo a precisare che sono nata a Livorno e successivamente sono tornata ad abitare a Castiglioncello – racconta l’arzilla novantenne all’anagrafe, con trascorso professionale da insegnante lungo 34 anni e passato anche per i banchi delle scuole Micali prima della meritata pensione, arrivata nel 1992 – Sono sempre stata una donna testarda e indipendente. In quegli anni poi, lo spirito di rivalsa verso le privazioni che avevamo dovuto subire nel corso dei terribili anni delle Seconda Guerra Mondiale mi spinse a osare. Non erano infatti molte le ragazze che provavano ad emanciparsi, anche attraverso un traguardo che oggi potrebbe apparire scontato e normale ma che, in realtà, ai tempi, mi ha fatto beccare anche più di un insulto da parte di qualche uomo che si sentiva minacciato e scavalcato al solo passaggio di una donna alla guida di un’auto. Il tanto tipico, quanto sessista e becero grido ‘Alla ‘onca!’, mi è stato rivolto più di una volta. Secondo la mentalità diffusa, il sedile di guida non era certo il posto più adatto per una signorina: secondo questi ‘gentiluomini’, la donna era decisamente meglio in versione angelo del focolare a pulire i piatti…”.
Anche se adesso non si diletta più in strada (“La patente è sempre in tasca e valida per un altro anno ma è meglio essere prudenti, i riflessi non sono certo quelli di una volta”, ammette l’anziana, accompagnata per l’occasione dalla nipote), la Sereni ricorda di aver macinato parecchi chilometri nella sua carriera da pilota. “La prima vettura che ho acquistato, ovviamente di seconda mano visto che nel frattempo stavo anche continuando a studiare a Pisa per diventare insegnante, era una seicento celeste: molto carina, con quei tipici sportelli dell’epoca che si aprivano al contrario – rammenta la maestra del volante – Per le vacanze, ho girato parecchio in auto: in Germania, in Croazia, in Svizzera, per non parlare della trasferta che ogni anno mi portava alle Eolie. Tra le mie passioni difatti c’è sempre stata anche la pesca”.
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