Matteo Miceli, il navigatore “ecosostenibile” da record si racconta a Livorno
Un record possibile anche grazie al team di professionisti che ha aiutato Matteo nel conseguimento dell’impresa: da Alessandro Pezzoli, uno dei meteorologi più quotati nel campo italiano, Vittoriano Romanacci per anni direttore tecnico e preparatore atletico di Miceli, Gino Onorato con la sua vasta esperienza con Andrea Gancia, e Claudio Stampi professore specialista del sonno
di Martina Romeo
Passione, entusiasmo e perseveranza. Tutto ciò che ha guidato il noto navigatore, Matteo Miceli, nelle sue diverse imprese in giro per il mondo e, soprattutto, un atteggiamento grazie al quale oggi Miceli può contare la nomina di velista dell’anno 2007 e una medaglia d’oro del Coni al valore atletico sportivo.
Considerato uno dei navigatori italiani più eclettici, Miceli non è certo mai mancato di determinazione, un aspetto ben visibile dai diversi record da lui registrati. Nel pomeriggio di mercoledì 10 dicembre al Circolo Arena Astra, il velista ha raccontato ai presenti la sua traversata record da Las Palmas a Guadalupa e il successivo giro del mondo. Entrambi in solitaria.
“L’avventura è cominciata a Gran Canaria, dove sono arrivato a novembre 2006 con la precisa intenzione di battere il record della traversata atlantica in solitario con il catamarano”, introduce Miceli riguardo alla traversata. Il catamarano di 6 metri da lui utilizzato per l’impresa, costruito nel Cantiere Navale D’Este, era interamente in carbonio, con molto volume a prua e scafi da 33kg ciascuno. “Nei giorni prima della partenza mi sono preparato meticolosamente dedicando anche molto tempo alla forma fisica e ho provato, e riprovato, le dotazioni della barca.”. Un record possibile anche grazie al team di professionisti che ha aiutato Matteo nel conseguimento dell’impresa: da Alessandro Pezzoli, uno dei meteorologi più quotati nel campo italiano, Vittoriano Romanacci per anni direttore tecnico e preparatore atletico di Miceli, Gino Onorato con la sua vasta esperienza con Andrea Gancia, e Claudio Stampi professore specialista del sonno che ha aiutato Matteo nell’ottimizzazione di quest’ultimo. “Durante la traversata, le pause di sonno sono state molto brevi e limitate. – spiega il navigatore – Nelle 24 totali, ho dormito circa 5-6 ore in piccole parti di 20 minuti con un calo fisiologico di circa un’ora e mezza. Nel caso di sonni più lunghi, ho dovuto inoltre imparare a svegliarmi ogni venti minuti/ mezz’ora per controllare lo stato della navigazione”.
Menzione particolare è andata ai tre compagni di classe settantenni dell’Istituto Nautico di Livorno che hanno collaborato con lo stesso Miceli all’organizzazione della traversata e l’hanno poi seguito in contemporanea, a distanza di circa 200 miglia come previsto dal regolamento, facendo il medesimo percorso con un Sun Odyssey di 37’. Così, dotato di un sistema e di un telefono satellitare a bordo, oltre che di un radar detector, Matteo Miceli ha percorso, dal 29 dicembre 2006 al 12 gennaio successivo, 2800 miglia di Oceano Atlantico, da Las Palmas a Guadalupa, in un tempo di navigazione record di 14 giorni, 17 ore e 52 minuti.
Il navigatore romano non è certo mai stato noto per stare fermo e, subito dopo la traversata in solitaria, ha pensato al passo successivo: il giro del mondo in completa autonomia, senza scali e senza assistenza, da Roma a Roma. La Roma Ocean World. Un’impresa diventata, ancora una volta, il sogno di un intero team, tra l’Università La Sapienza di Roma ed enti di ricerca e industrie ad essa collegate. Dal 2008, la partenza di Miceli è avvenuta poi il 19 ottobre del 2014, su una barca in totale assenza di combustibile. Inizia così l’avventura di Eco40, un Class 40 da lui costruito alimentato energicamente da pannelli fotovoltaici, due generatori eolici e idroturbine. Particolarità del viaggio è la scelta di utilizzare come fonte alimentare un orto biologico riscaldato realizzato sulla stessa imbarcazione, che ha permesso la produzione di ortaggi, legumi, verdure e alcuni tipi di frutta. In aggiunta ai prodotti dell’orto, la completa autosufficienza alimentare di Miceli è dipesa anche dal pescato e dal rapporto proteico delle uova prodotte dalle due galline con lui a bordo, la Mora e la Bionda.
“Sono partito il 19 ottobre 2014 dal porto di Riva di Traiano, in provincia di Roma, – racconta Miceli – accompagnato da un corteo interminabile di barche. Ho così realizzato un sogno durato cinque anni”. Un sogno che purtroppo, però, non ha avuto il finale tanto desiderato. Al 146° giorno di navigazione, infatti, quando mancavano non più di 20 giorni all’arrivo, Eco40 ha perso la cinghia e si è rovesciata nel giro di pochi minuti.
Una sfortuna che però non ha permesso di fermare il lavoro di Matteo Miceli, che mira ogni giorno a sensibilizzare i giovani sul rispetto dell’ambiente e sullo sviluppo ecosostenibile. Testimonianza per le nuove generazioni a guardare oltre mantenendo sempre un atteggiamento responsabile.
“Il prossimo obiettivo? – termina Miceli – Conquistare il record della traversata dell’Atlantico in doppio con un ragazzo con il quale sto collaborando da quasi un anno, oggi di undici giorni. Quello del singolo è ancora mio”.
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