Da Gorgona al porto per le vittime del Moby
Sandro Lulli effettuerà una traversata battezzata per l’occasione “Fuocoammare”, Arrighi presenterà il suo ultimo libro sulla tragedia dal titolo "Moby Prince novemila giorni senza verità"
di Roberto Olivato
La commissione d’inchiesta che dallo scorso mese di febbraio, dopo venticinque anni dal tragico evento, si è insediata per far luce sulla tragedia del Moby Prince, e che il 28 luglio ha chiuso la sua 30esima seduta prima delle ferie estive, non potrà adagiarsi sulle proprie riunioni. A mantenere i riflettori accesi sul suo operato ci hanno pensato i giornalisti Sandro Lulli ed Elisabetta Arrighi ideando un momento d’incontro per aiutare a non dimenticare le 140 vittime.
Lulli, socio dell’Unione Canottieri Livornesi (Ucl), effettuerà la traversata da Gorgona al porto Mediceo denominata “Rotta per la verità” con una piccola imbarcazione a remi battezzata per l’occasione “Fuocoammare” parafrasando un film su Lampedusa del regista Gianfranco Rosi.
Arrighi presenterà il suo ultimo libro sulla tragedia del 10 aprile 1991 dal titolo “Moby Prince novemila giorni senza verità”, in cui sono raccolte le voci dei familiari ed amici delle vittime, ma anche quelle di avvocati, consulenti, politici e non solo.
Invitati alla commemorazione, che avrà luogo sabato 27 alle ore 17,30 di fronte alla lapide del porto Mediceo, il vescovo monsignor Simone Giusti, Loris Rispoli presidente dell’associazione 140 con diversi familiari delle vittime, Filippo Mannucci dell’Ucl ed altre autorità cittadine.
CON TUTTO IL RISPETTO…BASTA, NON SE NE PUO’ PIU’ !!!!
Con tutto il – NON – rispetto -, Vergognati ! Hai fatto un commento che definire schifoso è poco, un commento che mi fa vergognare di condividere con te l’appartenenza alla razza umana.
Cara Olga se non ne puoi piu mi dispiace immensamente.
Intanto abbi il coraggio di dire chi sei.. secondo nella vita terrena ti auguro di non avere mai una esperienza come la nostra.
Con questo ti saluto e ti auguro di campare 100 cosi senza problemi…
Signora Olga, ma non le tremava la mano mentre scriveva questa autentica eresia?
sempre con il dovuto rispetto a coloro che hanno perso la vita in quel tragico incidente . Però deh ! non si può mica sempre piangere in questa vita terrena , siamo tutti di passaggio veloce , loro hanno avuto più sfortuna , questa unica vita non rendiamola troppo triste altrimenti che vita è
E quindi? Dimentichiamo tutto?? Smettiamo di chiedere giustizia e di sapere la Verità? Fammi capire. Anzi illuminami!!
Mi sembra impossibile che certa gente non capisca che da 25 anni si aspetta la VERITA’ su quella immane tragedia. Che cali il silenzio può essere il desiderio solo di chi ha interessa che la verità non emerga. E chi caldeggia questo silenzio se ne rende complice. Ma veramente possono esserci persone che non si rendono conto di questo? E parlate di “dovuto rispetto??” Portatelo smettendo di scrivere così!!
Credo che i signori olga e freefree si divertano a tentare di provocare. Se é così, mi rammarico per voi, che non trovate di meglio da fare se non cercare di infastidire persone che da 25 anni chiedono la verità su una tragedia che riguarda chiunque abbia senso civico e onestà. Se non é così, peggio ancora
Che poi: a Olga e freefree – mi pare di sognare a parlare con nomi così – non glielo ordina il dottore di cliccare e leggere. Possono serenamente andare altrove.
Il senso del mio intervento cari signori incaxxati e non e sig. Rispoli compreso soprattutto, era proprio quello…la vita continua, piangere dietro i propri cari sfortunati serve a poco, chi di noi nella vita non ha perso i propri familiari …ed allora si deve piangere all’infinito? Scarnificare le ferite appena richiuso e’ doloroso, Il tempo dovrebbe servire solo per dimenticare e non riaprire le ferite richiuse con lentezza. Questa e’ la mia filosofia di vita, solo il tempo e’ il vero attore di questa tragedia. Grazie degli “auguri” Rispoli, ce la mettero’ tutta per arrivare a quota 100 come da te ironicamente scritto.
Mi chiamo Olga, mi sembra di averlo scritto da qualche parte poi, dovrei aver paura di cosa? Coraggio di chi e di che cosa? Continua pure con la tua battaglia infinita senza chiamare in causa chi dissente, del resto per il momento dovremmo essere ancora “graziati” dalla liberta’ di espressione e liberta’ di stampa e che nulla o nessuno dovrebbe contestare nei termini consentiti, grazie.
Il rispetto evidentemente manca alla sensibilità della signora Olga. Invece nel suo vocabolario esiste “Dimenticare” dimenticare che hanno ammazzato 140 uomini per tanti motivi oscuri che da tanti anni si cercano di fare emergere per fare luce, chiarezza e verità sulle morti di tanti uomini che non bisogna mai dimenticare. Non si è masochisti, ma si corretti a lottare per tutti quei tanti motivi che lasciano senza giustizia vittime e familiari. Si ricordi che tutti i cittadini siamo potenziali vittime di un sistema corrotto e pertanto oggi a me domani a te carissima. Dalle grandi battaglie si sono ottenuti diritti di cui anche lei gode. la giustizia vera è un diritto come la libertà di stampa e di parola
Si vai, ora te lo dicono subito di chi e’ stata la colpa! Quante belle parole….. inutili.
Signora Olga, tutti perdiamo i nostri cari ci mancherebbe. La morte fa parte della vita e di questo mondo. Ma morire bruciati e asfissiati dal fumo dentro una nave passeggeri nella rada del porto di Livorno, senza essere soccorsi ? Le sembra normale a lei morire così? Siamo un paese civile e mi sembra logico che anche a distanza di 25 anni noi familiari ma anche cittadini italiani e non vogliamo sapere cosa è realmente accaduto quella notte.
Dimentichi lei. Noi non Dimentichiamo e mai lo faremo!!!!!
Ogni volta che si parla di questa immensa tragedia resto turbato pensando a come una cittadinanza intera non abbia mai preteso veramente e a gran voce la verità su quanto accaduto. – 140 morti carbonizzati in un rogo in mezzo al mare le cui immagini non potranno, non possono, non devono essere dimenticate proprio perché sono state viste da tutti, direttamente vissute da tutti. – Dico turbato, perché onestamente altri aggettivi non ne trovo, di calzanti, di pertinenti, di appropriati. – Non ho perso familiari ne persone a me direttamente vicine; ma che c’entra questo, poteva capitare a me se fossi stato lì, a bordo del Moby, quella maledetta sera. – In tutti questi lunghi, lunghissimi anni, di manifestazioni ne sono state fatte, anche remiere come questa che si svolgerà prossimamente,(ricordo la commemorazione del 18 luglio 1992 con la raccolta delle corone di fiori su tutti gli stabilimenti balneari del nostro litorale e la loro messa a mare sul luogo della tragedia con tanto di remi alzati e sirene spiegate) ma purtroppo senza particolari risultati rispetto alla ricerca della verità. – Quella verità che probabilmente non può dipendere da noi, ma che forse è racchiusa dentro ai faldoni delle indagini e che, forse, non emergerà mai… Turbato ed avvilito da quel muro di gomma (istituzionale e civile) contro cui tutto rimbalza e torna indietro sempre più smorzato, sempre più indebolito, sempre meno efficace. – ogni 10 aprile non si può non sentire il lamento che echeggia ancora nell’aria. Di quei 140 che stavano morendo e dei loro cari che ancora li piangono e non smetteranno mai di farlo perché per queste morti, per questi morti non ci sarà mai pace, senza sapere almeno la verità su come andarono i fatti quella notte. – La verità è l’unico obbiettivo possibile a cui tutti dovremmo concorrere per ottenerlo e non ci possiamo tirare indietro, non possiamo fare spallucce perché tanto non è capitato a noi…ma poteva. E’ la solidarietà, il conforto che si deve al nostro prossimo, anche se non lo si conosce direttamente. E’ in questa ottica che non è possibile accettare, come diritto alla libertà di espressione, commenti come quelli letti. – sono inumani, sono gretti, pressappochisti, inutili, offensivi, spregevoli. – Nemmeno se chi li ha scritto fosse nato dopo quel maledetto 10 aprile 1991 e l’ignoranza di cui sicuramente comunque è pregno l’avesse indotto a minimizzare l’accaduto, come dire: “ci sta, son cose che capitano ..- ne capitano tutti i giorni di tragedie, una più, una meno..”. – turbato ma anche rassegnato verso un’ignoranza sempre più imperante, dove i minimi valori di civiltà vengono calpestati, vilipesi, umiliati… – Siamo sempre stati pochi, ma non importa, andremo avanti, “invictus”, perché la luce della speranza non si spenga mai…ed auguriamoci che non accada mai più.
Le persone hanno sempre nome e cognome e ci mettono la faccia quando fanno affermazioni di qualsiasi tipo, cara signora Olga, lei è stanca di sentir parlare di Moby Prince, non lo sarebbe per esempio se fosse la nonna di Canu Ilenia o Canu Sara 1 e 5 anni bruciate dal fuoco, è non da un incidente, ma da inadempienze, una persona “normale” non si arrende non chiude una ferita senza sapere perché.. io comunque le ripeto e mi creda gli auguri di campare centanni non erano ironici ma sinceri, perché vede io la morte non la auguro a nessuno perché per qualcuno è peggio vivere coi paraocchi
Qui non si tratta di dimenticare perché la vita continua….si tratta di far luce su chi ha ucciso 140 persone, perché ancora colpevoli non ci sono….ma vergognati!
La libertà di espressione e la libertà di stampa sono cose sacrosante, ma cara sign.Olga, il problema è che uno non può sentirsi libero/a di dire tutto.
una volta potevi al massimo avere come pubblico il tavolino di un bar, dove veniva presto zittito..ora qualunque ha la possibilità di parlare a tutto il mondo e tutto il mondo la sfortuna di doverlo ascoltare o leggere”…il suo post è davvero fuori luogo
Evidentemente se la Sig. Ra Olga avesse perso un suo caro in quella tragedia sono sicuro “almeno’non avrebbe scritto nulla”.
Ennesima iniziativa “fumosa” che ad altro non serve se non a dare visibilità e fama a due giornalisti locali. Ogni volta che si attua una manifestazione di tal genere la verità si allontana sempre di più sommersa da retorica, populismo e vanità del singolo individuo. Per giungere alla verità non servono manifestazioni di piazza bensì anonimo spirito di sacrificio e ferrea volontà di arrivare a QUALUNQUE costo.
Decine di giudici e investigatori hanno indagato sulla tragedia del Moby Prince ed alla fine c’e’ stata una sentenza andata in giudicato. Cioe’ definitiva. Questa e’ la verita’. Poi a qualcuno questa verita’ non piace perche sostanzialmente afferma che non vi sono state colpe a terra bensi’ sulla nave. E forse si vorrebbe invece che vi fossero altri colpevoli magari qualche complotto americano con la collusione dei governi italiani. La Commissione indaghera’, ascoltera’, fara’ tante trasferte ma alla fine confermera’ quello che e’ stato scritto con sentenza dalla magistratura.