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Mondo dello spettacolo. La protesta continua (e vien dall’acqua): “Riaprire in sicurezza”

Sabato 27 Marzo 2021 — 22:23

La manifestazione, coordinata dal collettivo autonomo “Sipari aperti sempre”, è soltanto un esempio della mobilitazione nazionale organizzata in tutta Italia con l’obiettivo di riaprire i luoghi della cultura

Numerosi artisti hanno partecipato alla manifestazione nazionale contro la prolungata chiusura dei luoghi di cultura

di Giulia Bellaveglia

Quattro imbarcazioni sui fossi antistanti piazza Garibaldi si riempiono di lavoratori dello spettacolo (attori, musicisti, tecnici) che, a distanza di poco più di un mese dal precedente evento, rivendicano il loro diritto al lavoro (foto Lorenzo Amore Bianco).
La manifestazione, coordinata dal collettivo autonomo “Sipari aperti sempre”, è soltanto un esempio della mobilitazione nazionale organizzata in tutta Italia con l’obiettivo di riaprire i luoghi della cultura.
Le barche, i fumogeni e la rabbia degli artisti costituiscono la scenografia di un problema difficile da ignorare.
“Il nostro gruppo è nato quando nella primavera del 2020 ci siamo trovati in questa dimensione surreale – spiega Alberto Giorgetti, rappresentante del collettivo – Tutti gli spazi di socialità, come teatri e cinema, sono stati chiusi. La pandemia non ha creato una situazione drastica relativa alla nostra occupazione, ha soltanto messo in risalto ciò che nel nostro ambito già non funzionava. In questi mesi ci siamo spesi alla ricerca di soluzioni, ma il problema nasce dal fatto che per il nostro settore non ci sono, né c’erano in precedenza, investimenti; le scelte dettate esclusivamente da logiche del capitale e del guadagno hanno portato a questa realtà. Rivendichiamo il nostro diritto di tornare a lavorare e di farlo con tutte le possibilità da sfruttare nel nostro campo”.
Presenti all’iniziativa anche alcuni volti noti: Michele Crestacci, Lamberto Giannini, Marco Leone, Stefano Santomauro, i clown dell’associazione “Ridolina” e alcune guide turistiche di “NoiTurismo”.
“C’è bisogno che tutti gli spazi culturali d’Italia riaprano – afferma Maurizio Coroni (Sipari aperti sempre) – Naturalmente in sicurezza. Nella maggior parte dei casi i contratti in questo ambito sono precari, motivo per cui in pochi sono riusciti ad accedere a bonus e ristori. Chiediamo che riaprano i teatri e che i lavoratori siano stabilizzati. Le soluzioni per operare in sicurezza possono essere trovate”.
Dopo un’intonazione di “Bella ciao” e della “Canzone del maggio” di Fabrizio De Andrè, cartelloni con su scritto vari mestieri vengono gettati in acqua (e ripescati) a simboleggiare la perdita del lavoro.
E c’è un minuto di silenzio, che di silenzio non è. Ai presenti viene richiesto di sorridere, sotto la mascherina, a dimostrazione di quei sorrisi che il mondo della cultura portava e che, da più di un anno, sembrano essere stati dimenticati.

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