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Nebbia sulla città, l’esperto spiega il fenomeno

Giovedì 25 Febbraio 2021 — 12:42

"Basta andare alcune decine di chilometri a nord e diventa qualcosa di consueto, quanto basta per meritarsi un nome: Caligo, ben conosciuto da tutti i liguri"

Abbiamo chiesto al meteorologo Lorenzo Catania di spiegarci il fenomeno. "Temperature pomeridiane tipiche di fine aprile. Potrebbe ripetersi ancora fino a sabato, quando poi lentamente il Grecale rimescolerà l’aria"

Nebbia a Livorno (foto Drone Activity), abbiamo chiesto al meteorologo livornese Lorenzo Catania di spiegarci il fenomeno. Ringraziandolo pubblicamente per la consueta disponibilità riportiamo il suo intervento: “La nebbia che ha fatto capolino sulla città di Livorno tra il 24 e 25 febbraio è un evento poco comune, anche se non così insolito come si sarebbe portati a pensare. Questo periodo dell’anno è proprio il più favorevole affinché si manifesti, soprattutto se parliamo di banchi nebbiosi in arrivo dal mare, per diverse cause che devono poi concatenarsi tra loro. Innanzitutto bisogna pensare al fatto che veniamo da diversi giorni di alta pressione, sole ed aria piuttosto calda nel pomeriggio: qui sulla costa si sono sfiorati i 17-18 gradi negli ultimi due giorni, mentre nelle aree interne del Valdarno (tra Pontedera, Empoli e Firenze) si sono anche toccati e superati i 21-22 gradi. Abbiamo vissuto, insomma, alcune giornate con temperature pomeridiane tipiche di fine aprile. Però il soleggiamento non ha riguardato solo la terraferma, ma anche il mare aperto, dove l’azione di raggi solari così incisivi ha favorito l’evaporazione di grandi quantità di acqua dalla superficie, acqua che poi è rimasta intrappolata e schiacciata in basso dall’azione dell’alta pressione stessa. Questo vapore si è accumulato con il passare dei giorni, e rimanendo per lungo tempo a contatto con la superficie marina – che in questo periodo dell’anno raggiunge la temperatura più bassa, attorno ai 14-15 gradi – è tornato a condensare in goccioline d’acqua minutissime provocando la formazione di foschia sempre più densa, che infine è degenerata in nebbia vera e propria. Da qui la nebbia, ormai estesa in mare aperto per chilometri e chilometri non solo lungo la costa toscana, ma anche nell’area ligure, è stata richiamata dal mare aperto verso il litorale a causa della brezza che si è sollevata in risposta al surriscaldamento della terraferma, che nella giornata di ieri ha raggiunto il suo picco. Difatti, l’aria più calda tende a diventare meno densa ed a salire lentamente; pertanto è necessario colmare il vuoto che si viene a creare in basso richiamando altra aria dalle zone dove l’aria è più fredda e densa ossia – nel caso di cui parliamo – dal mare aperto. Ripeto: per la città di Livorno si tratta di un evento poco comune (che potrebbe ripetersi ancora fino a sabato, quando poi lentamente il Grecale rimescolerà l’aria), ma basta andare alcune decine di chilometri a nord e diventa qualcosa di consueto, quanto basta per meritarsi un nome: Caligo, ben conosciuto da tutti i liguri”.

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