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Porto, sequestrate 2124 felpe contraffatte

Lunedì 19 Settembre 2022 — 13:06

Foto inviate dall’Agenzia delle Accise Dogane e Monopoli (ADM) di Livorno

La perizia del titolare del marchio ha confermato i dubbi: il “fregio biforcato” del brand Diadora è risultato contraffatto e i prodotti sono da considerarsi né originali né autorizzati. I funzionari hanno proceduto al sequestro preventivo dei capi per un valore stimato di circa 40.000 euro

I funzionari dell’Agenzia delle Accise Dogane e Monopoli (ADM) di Livorno, a seguito di un attento e scrupoloso esame documentale, come si legge in un comunicato del 19 settembre hanno provveduto alla verifica fisica di una partita di merce di origine e provenienza Bangladesh, costituita da 878 colli pari a 28.568 confezioni composte da felpe e pantaloni, dichiarata all’importazione da una ditta ubicata nel Veneto. Sulla cerniera di 2.124 felpe era applicato il logo del marchio Diadora sul quale sono sorti dubbi in merito alla sua veridicità.

La perizia del titolare del marchio ha confermato i dubbi: il “fregio biforcato” del noto brand è risultato contraffatto e i prodotti sono da considerarsi né originali né autorizzati. I funzionari hanno quindi proceduto, d’intesa con la procura della Repubblica, al sequestro preventivo dei 2.124 capi per un valore stimato di circa 40.000 euro. Il sequestro preventivo d’urgenza della partita di felpe, su richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini, è stato oggetto del giudizio del gip che ha confermato la necessità della misura cautelare reale con il relativo decreto di sequestro preventivo. Sotto il coordinamento della Procura, i funzionari delle Dogane di Livorno hanno presentato notizia di reato nei confronti del legale rappresentante della società importatrice per i reati di introduzione nel territorio dello Stato di merce contraffatta e di ricettazione. Sono in corso le relative indagini per definire in tutti gli aspetti i profili penali della vicenda.
Si tratta dell’ennesimo rinvenimento di merce contraffatta effettuata negli ultimi mesi nel porto labronico dai funzionari dell’Agenzia, dopo oggetti di arredamento, abbigliamento e motocicli, provenienti da Cina e Tunisia.

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