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Presentato al Liceo Cecioni il fumetto dedicato a Donatello

Giovedì 10 Aprile 2025 — 11:23

Nel corso dell'incontro, moderato dalla professoressa Erika Roccotelli, gli autori Alessandro Ballucchi e Guglielmo Favilla hanno raccontato la genesi della graphic novel ed esplorato le contaminazioni tra narrazione storica e immaginario mitologico. Protagonista: Donato di Niccolò di Betto Bardi, meglio noto come Donatello, uno dei giganti del Rinascimento

di Giulia Bellaveglia

Un pomeriggio all’insegna dell’arte, della storia e del fumetto quello andato in scena nell’aula magna al Liceo Cecioni trasformata per l’occasione in un piccolo teatro del Rinascimento grazie alla presentazione della graphic novel “Donatello” firmata dallo sceneggiatore Guglielmo Favilla e dall’illustratore Alessandro Ballucchi (edita da Kleiner Flug). L’evento, moderato dalla professoressa Erika Roccotelli, ha attirato studenti, docenti e appassionati. Un incontro coinvolgente, in cui gli autori hanno raccontato la genesi del loro lavoro ed esplorato le contaminazioni tra narrazione storica e immaginario mitologico. Al centro del prodotto, com’è ovvio, c’è Donato di Niccolò di Betto Bardi, meglio noto come Donatello, uno dei giganti del Rinascimento. “Volevamo restituire all’artista la sua umanità – racconta Ballucchi – toglierlo dal piedistallo e raccontarlo per quello che poteva essere: un uomo con i suoi tormenti e il suo straordinario talento. Non esistendo immagini certe di lui, ci siamo dovuti inventare tutto: la sua faccia, i suoi gesti, il suo mondo. È stato un lavoro di ricostruzione, ma anche di immaginazione». Il risultato è una storia che intreccia rigore documentario e invenzione narrativa, dove la Firenze del Quattrocento prende vita con realismo e poesia. “Abbiamo fatto tanta ricerca – prosegue – , perché mano a mano che vai avanti, ti viene voglia di sapere. Ho disegnato tutti gli strumenti che potevano esserci in una bottega dell’epoca, ho cercato di far respirare quella realtà anche nei dettagli». Per Guglielmo Favilla, noto anche come attore e regista, il progetto ha rappresentato un’occasione per sperimentare nuovi linguaggi narrativi. “Questo autore a tutto tondo – dice – ha davvero rivoluzionato il modo di pensare. E allora perché non raccontarlo con un po’ di ironia e con una struttura narrativa che gioca su più livelli?”. Lo sceneggiatore ha inoltre sottolineato l’importanza di iniziative come quella del Cecioni: “Sono momenti preziosi, perché permettono di portare il fumetto nelle scuole, di farlo dialogare con i ragazzi e di dimostrare che non sia solo intrattenimento, ma anche strumento di conoscenza”. “Donatello” si conferma infatti una lettura capace di emozionare, istruire e sorprendere, restituendo al grande scultore non solo la sua arte, ma anche il battito dell’uomo dietro il genio.

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