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“Ridoniamo loro la fama”, partito il restauro del Famedio

Mercoledì 30 Giugno 2021 — 12:22

Al via una campagna di comunicazione per far conoscere i personaggi che riposano nel “Tempio della Fama” livornese. Mentre i lavori di restauro si concluderanno entro l'estate

Martedì 29 giugno sul Sagrato del Santuario di Montenero sono stati illustrati alla stampa, alla presenza del sindaco Luca Salvetti, i lavori per il restauro del Famedio, il loggiato monumentale dove riposano livornesi illustri fra i quali Giovanni Fattori e Mario Puccini (foto Amore Bianco). L’intervento, appena partito, si concluderà entro l’estate. Ed è teso a ridare una nuova vita al  “Tempio della fama” livornese, in virtù di una convenzione tra Comune di Livorno e il Lions Club Livorno Host, che, tramite il suo presidente Gianluca Zingoni (nella foto principale), è riuscito a coinvolgere altri club di service cittadini, ovvero Lions Club Porto Mediceo, Rotary Club Livorno e Rotary Club Mascagni, quindi la Fondazione Livorno e numerosi soggetti privati. Il Lions Club Livorno Host, quale capofila della cordata, ha incaricato dei progetti esecutivi e della documentazione amministrativa le architette Valeria Aretusi e Alessandra Carlesi, il tutto nel pieno rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno. Oltre alla manutenzione strutturale sarà migliorata l’illuminazione e sarà predisposta una cartellonistica informativa, sia in italiano che in inglese. Sono intervenuti alla presentazione l’assessore alla Cultura Simone Lenzi, il presidente Lions Host Gian Luca Zingoni, le architette Valeria Aretusi e Alessandra Carlesi e Stefano Pampaloni dell’agenzia di comunicazione Zaki, che in qualità di sponsor lancerà un progetto comunicativo teso a far conoscere il Famedio e soprattutto gli importanti personaggi che là sono sepolti o ricordati. Sono intervenuti inoltre Luciano Barsotti, Presidente della Fondazione Livorno, Paola Spinelli, Presidente del Rotary, Gianluigi De Paola, Presidente Lions Porto Mediceo, e per il Rotary Mascagni Guglielmo Cini. Come detto, i lavori di restauro saranno accompagnati da una campagna di comunicazione tesa alla riscoperta e valorizzazione dei personaggi livornesi che riposano al Famedio o che qui sono ricordati con lapidi. “Ridoniamo loro la fama” questo è il claim associato alla campagna social, ideata e sostenuta da Gianluca Zingoni, Presidente del Lions Club Livorno, dedicata al Famedio di Montenero. Durante i lavori di restauro infatti, all’interno della pagina Facebook del Lions Club Livorno Host, saranno pubblicati post (fino all’ultima settimana di agosto) dedicati ai personaggi di cui spesso ci ricordiamo solo quando leggiamo i nomi delle vie della nostra città.
Una ventina di card, curate dall’agenzia Zaki (tra gli sponsor dell’iniziativa), che propongono approfondimenti su personaggi come Francesco Domenico Guerrazzi, Giovanni Fattori, Giovanni Marradi e molti altri. L’obiettivo, piuttosto sui generis, è destare interesse o semplice curiosità all’interno di uno strumento di comunicazione generalmente orientato verso altri contenuti. Il piano editoriale non è solo organico ma prevede (per i post più strategici) una spinta ulteriore con sponsorizzate, geolocalizzate all’interno della città. La campagna è partita ieri 28 luglio, data di nascita del pittore Mario Puccini, al quale tra l’altro è dedicata una grande mostra che si aprirà il 2 luglio al Museo della Città.
L’importante progetto, nel suo complesso (lavori e social) è teso appunto a valorizzare come meritano i nomi di chi riposa in quel luogo: Francesco Domenico Guerrazzi (1804-1873), politico e scrittore, Carlo Bini (1806-1842), scrittore e patriota , Enrico Pollastrini (1817-1876), pittore , Carlo Meyer, garibaldino e politico, Paolo Emilio Demi (1798-1863), scultore , Giovanni Fattori (1825-1908), pittore e incisore, Giovanni Marradi (1852-1922), poeta e scrittore, Ernesto Rossi (1827-1896), attore teatrale , Mario Puccini (1869-1920), pittore. Inoltre al Famedio sono ricordati con epigrafi commemorative altri personaggi: Dario Niccodemi (1874-1934), commediografo, sceneggiatore, capocomico;Gustavo Salvini (1859-1930), attore di cinema e teatro;Guelfo Civinini (1873-1954), scrittore, poeta, giornalista;Pietro Mascagni (1863-1945), compositore e direttore d’orchestra, Amedeo Modigliani (1874-1920), pittore e scultore;Giosuè Borsi (1888-1915), scrittore.

La scheda
Il Famedio di Montenero sorge sul piazzale antistante al Santuario della Madonna delle Grazie. La struttura è caratterizzata da un loggiato con pilastri d’ordine toscano ed archi a tutto sesto, con terrazza alla sommità. Le arcate sono schermate mediante cancellate artistiche in ghisa, realizzate dall’officina Fratelli Gambaro di Livorno. Il Famedio si compone complessivamente di nove arcate e si estende per circa cinquanta metri.

Breve storia
Il loggiato che oggi costituisce il Famedio di Montenero fu eretto a partire dal 1794 dall’abate don Rodesindo Marcucci per dare riparo ai fedeli che raggiungevano in pellegrinaggio il santuario mariano. Successivamente all’ampliato della costruzione, avvenuta nel 1852 con la realizzazione a cura dei padri vallombrosiani delle quattro arcate terminali, la prima delle quali di accesso al piazzale, la strada pubblica che allora attraversa la piazza del Santuario fu deviata lungo il lato esterno del loggiato. Due anni dopo, finiti i lavori finanziati dal Comune, l’ingresso al Santuario assunse l’attuale aspetto con la scalinata di accesso ed il lungo loggiato non ancora suddiviso in edicole. Negli anni Sessanta dell’800 i padri vallombrosani cedettero ai componenti della famiglia Castelli le ultime tre arcate dell’edificio, mentre le prime cinque furono incamerate dal Comune a seguito della legge di devoluzione dei conventi soppressi del luglio 1866. Con la morte di Francesco Domenico Guerrazzi, avvenuta il 23 settembre 1873, la quinta arcata del loggiato fu concessa al nipote dello scrittore per rispettare così la sua volontà, espressa anni prima, di essere sepolto a Montenero. L’anno successivo venne inaugurato il monumento eretto da Aristide Despotti Mospignotti, sormontata dal busto in marmo, opera di Carlo Niccoli da Carrara. La tomba nel 1888 fu poi donata al Comune dalla famiglia Guerrazzi, accogliendo il principio che le ceneri degli uomini illustri dovessero appartenere al Comune nel quale ebbero i natali. La destinazione a Famedio del loggiato prospiciente il Santuario di Montenero si consolidò l’anno successivo con l’iniziativa presa dal Comune di tumulare, nell’arcata adiacente a quella di Guerrazzi, la salma di Pollastrini, morto a Firenze il 10 gennaio 1876, assumendo le spese per le onoranze funebri, per la sepoltura e per la collocazione delle lapidi e dell’effigie marmorea del pittore, opera di Giovanni Paganucci. Nella stessa arcata, la quarta, il 15 settembre 1895, furono collocati i resti dello scrittore Carlo Bini, morto nel 1842. La tomba è adornata dalla replica di un busto scolpito da Temistocle Guerrazzi collocato nel 1864 sulla tomba di Bini nel cimitero di Salviano. Due anni dopo le ceneri di Carlo Meyer, morto a Roma il 3 giugno 1897, vennero riposte presso quelle di Pollastrini e poi contraddistinte da una lapide dettata nel 1903 da Giovanni Targioni Tozzetti. Sempre nella stessa arcata, il 4 settembre 1898, furono traslati i resti di Paolo Emilio Demi, morto l’8 maggio 1863 e sepolto nel cimitero di Salviano. L’ultimo livornese ad essere accolto nella quarta loggia fu Giovanni Fattori, morto a Firenze il 30 agosto 1908. Le successive sepolture furono collocate nella seconda arcata dove, nel 1922, fu inumato Giovanni Marradi, ricordato con un busto in bronzo opera di Umberto Fioravanti, e nel 1928 furono traslati i resti di Ernesto Rossi, morto il 4 giugno 1896, ricordato in un’iscrizione dettata da Salvatore Orlando e da un busto scolpito da Pietro Magni. Nella stessa edicola, nel luglio 1966, furono collocate lapidi in onore del commediografo Dario Niccodemi e dell’attore Gustavo Salvini e nel 1975 quella in ricordo dello scrittore e giornalista Guelfo Civinini. La prima edicola, quella che si apre sulla città, accoglie dal giugno 1951 una lapide in onore di Pietro Mascagni e dal 1988 i resti del pittore Mario Puccini ed il ricordo di Giosuè Borsi ed Amedeo Modigliani.

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