Squadra Mobile, cambio al vertice. Blasco saluta e va a Modena
I saluti del dirigente della questura al brindisi d'addio: "Questa città mi mancherà. Livorno o la odi o la ami. Io l'ho amata sin dal primo giorno"
Ancora gli scatoloni imballati in quella nuova casa che sapeva di chiuso e di salmastro e già un caso da risolvere: una sparatoria in un circolo Arci. Era il 30 maggio del 2017, l’estate che bussava forte alle porte e lui, Salvatore Blasco, 39enne e originario di Catanzaro ma girovago per professione, sul suo biglietto da visita aveva ancora fresca stampata la cartolina di Piacenza, la piazza Cavalli, il Palazzo Gotico medioevale. E’ li che aveva vissuto per 3 anni prima di arrivare a Livorno. Un inizio in salita o meglio un inizio “col botto” come ricorderà lo stesso dirigente della questura a distanza di mesi dall’accaduto. Neanche il tempo di prendere possesso della scrivania che già si scende in campo. Scatta subito il primo arresto in un tempo record. La Squadra Mobile, da lui diretta, in meno di due ore dal fatto di sangue riesce a mettere le manette ai polsi al responsabile. Un modo netto e deciso per prendere in mano il testimone lasciato dal suo collega Giuseppe Testaì.
Blasco inizia così a prendere conoscenza della città. “Livorno o la ami o la odi – ha detto al brindisi d’addio in questura andato in scena venerdì 9 novembre a distanza neanche di un anno e mezzo da quel fatidico arresto lampo che lo battezzò labronico – Io l’ho amata subito. Ho amato la città, ma anche i livornesi. Senza mezzi termini. Io qui, lo dico sinceramente, ci sarei stato tanto tempo ancora. E mi piange il cuore lasciare la città. Lascio comunque loro (indicando i ragazzi della Mobile intorno a lui, ndr) professionisti seri e competenti che garantiranno, senza dubbio, un grande e puntuale lavoro sempre e comunque. Sono fiero di aver lavorato al loro fianco”.
“Salvatore Blasco ci saluta fin troppo presto – fa eco il questore di Livorno, Lorenzo Suraci, il quale ha consegnato al dirigente in uscita una targa-ricordo (in foto) firmata da tutta la questura di Livorno – Neanche dopo un anno e mezzo lascia Livorno per andare a dirigere la Squadra Mobile di Modena. Un lavoro breve ma intenso caratterizzato da tante indagini andate a buon fine. Un lavoro, la cui bontà, è stata apprezzata anche dalla procura della Repubblica stessa. A lui va il mio, e il nostro, più grande in bocca al lupo per una carriera di successo”.
E di successi, in campo di indagini, Blasco ne ha ottenuti moltissimi. Sin dai primi giorni appunto, come già detto, passando per la risoluzione di un omicidio a Piombino e arrivando all’indagine che ha portato agli arresti domiciliari l’ex funzionario della Protezione Civile, Stefanini. Il tutto, non scordiamocelo, corredato da un attento e scrupoloso servizio quotidiano fatto da piccole grandi indagini messe in campo al servizio dei cittadini, indagini che lo hanno reso sempre più consapevole dei propri mezzi consacrandolo come uno che in città, diciamocelo chiaramente senza mezzi termini, mancherà.
Al suo posto è pronta a sedersi dietro la sua scrivania Valentina Crispi, vice capo della Squadra Mobile a Trapani, attesa per il 26 novembre a Livorno.
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