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Straborgo e Garibaldissima diventano una tesi di laurea

Lunedì 29 Dicembre 2025 — 16:50

La dottoressa Sara Frosini mostra la sua tesi di laurea insieme ad Adriano Tramonti, coordinatore del LEM

La cultura come motore di rigenerazione urbana: la strategia di Comune e Fondazione LEM analizzata in una tesi di laurea della dottoressa Sara Frosini, 27 anni

Rigenerare i quartieri attraverso gli eventi. Una strategia perseguita con caparbietà dall’Amministrazione comunale di Livorno, nella convinzione che per combattere il degrado e la marginalità si debba ricorrere alla forza dei “presidi culturali”. Una mission tradotta in azioni concrete attraverso l’operato di Fondazione LEM, incaricata di gestire, implementare e ideare i principali appuntamenti cittadini.

Oggi, i risultati di questa impostazione politica e operativa sono diventati oggetto di un’approfondita analisi accademica. La tesi di laurea della livornese Sara Frosini, 27 anni, dal titolo “Gli eventi come strumenti di rigenerazione urbana: il caso di Livorno con i quartieri di Borgo Cappuccini e Garibaldi” (Corso di laurea in Discipline dello spettacolo e della comunicazione, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere), conferma la validità del modello livornese.

Lo studio della dottoressa Frosini parte da un presupposto: nel panorama contemporaneo, la cultura non è più solo uno strumento simbolico, ma una vera leva operativa capace di generare nuove economie e rafforzare il tessuto sociale. Al centro dell’analisi ci sono due casi emblematici: Straborgo, nel quartiere di Borgo Cappuccini, e Garibaldissima, nel quartiere Garibaldi. Entrambe le aree, storicamente associate a stereotipi negativi o trascuratezza, sono state trasformate temporaneamente (e in parte stabilmente) attraverso eventi capaci di ridefinirne l’identità e l’abitabilità.

“Ho voluto approfondire il legame tra evento culturale e rigenerazione urbana partendo dalla mia passione per Livorno e per l’organizzazione di eventi”, spiega Sara Frosini. “La ricerca dimostra che Straborgo e Garibaldissima non sono semplici momenti di intrattenimento, ma dispositivi sociali capaci di trasformare la percezione di un luogo. Attraverso il coinvolgimento diretto della cittadinanza, questi eventi permettono alle persone di riappropriarsi di spazi spesso trascurati. Il dato più interessante emerso dal mio sondaggio è che i cittadini riconoscono negli eventi una strategia efficace: non solo ne godono durante lo svolgimento, ma ne percepiscono un beneficio identitario che resta anche dopo lo spegnimento delle luci.”

L’incrocio tra i dati operativi forniti da Fondazione LEM — relativi a budget, flussi di partecipazione e strategie di posizionamento — e le risposte raccolte attraverso l’indagine sul campo ha fatto emergere un quadro di forte impatto sociale. La ricerca evidenzia come l’azione coordinata tra Amministrazione e Fondazione non si sia limitata a una fruizione passiva degli eventi, ma abbia favorito una reale riappropriazione degli spazi urbani. Agendo sul piano relazionale, le iniziative hanno stimolato la socializzazione e rafforzato il senso di appartenenza dei residenti verso i propri quartieri.

Questo mutamento di visione è particolarmente evidente nel caso di Borgo Cappuccini, dove il giudizio dei cittadini è cambiato in positivo proprio grazie al volano culturale innescato da Straborgo. Lo studio sottolinea inoltre un prezioso “effetto trascinamento“: il successo di questi modelli ha sostenuto la nascita di ulteriori iniziative spontanee in altre zone della città, come la Festa in Coteto, confermando la volontà della comunità di riappropriarsi attivamente del territorio. In ultima analisi, la strategia politica adottata trasforma l’evento in uno strumento di autoriconoscimento culturale e memoria storica, dove la cosiddetta “livornesità” diventa il collante per una nuova forma di cittadinanza attiva e consapevole.

Il Comune di Livorno ha avviato un processo innovativo: utilizzare la cultura non come una vetrina statica, ma come un linguaggio comune. L’obiettivo per il futuro, supportato dalle conclusioni della tesi, è quello di non limitarsi alla dimensione episodica degli eventi, ma di diffondere questo modello in altri quartieri, evitando la standardizzazione e valorizzando le peculiarità di ogni zona della città.

L’impegno dell’amministrazione e di Fondazione LEM proseguirà dunque nel potenziamento di queste strategie, con la consapevolezza che la rigenerazione urbana passi inevitabilmente attraverso la partecipazione attiva e la bellezza della proposta culturale.

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