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Torre della Cigna. Nogarin: “Non ci sono i presupposti per lo sgombero”. Trasferita a Cisanello la donna

Giovedì 3 Agosto 2017 — 18:57

Il primo cittadino: "Con le informazioni in nostro possesso non possiamo ordinare un'evacuazione legata a motivi di sicurezza"

di Giacomo Niccolini

Una situazione delicata su cui si sono ancora di più accesi i riflettori dopo il drammatico rogo che ha interessato una stanza del terzo piano adibita ad un appartamento. Stiamo parlando della Torre della Cigna (clicca qui per leggere la notizia), struttura occupata da oltre duecento persone e che mercoledì 2 agosto è balzata nuovamente alla cronaca a causa di un incendio che ha coinvolto una donna di 53 anni rimasta gravemente ferita con ustioni estese per oltre il 50% del suo corpo. A tal riguardo il sindaco Filippo Nogarin analizza quanto accaduto e il da farsi al riguardo.
“Prima di tutto vorrei precisare che si è trattato di un incidente domestico – spiega il primo cittadino – che poteva accadere in qualsiasi altro luogo e ben slegato dal contesto in cui si è verificato. Non ci sono infatti stati crolli strutturali imputabili ad un cedimento della Torre ma si è trattato di un rogo che poteva scaturire in qualsiasi altro contesto casalingo…”
Quindi la Torre della Cigna è sicura?
“Nell’immediatezza dei fatti ci siamo affidati alle analisi strutturali dei vigili del fuoco, gli unici in grado e competenti per farlo, i quali hanno isolato una porzione del terzo piano dove si è verificato l’incendio che ha bruciato il quadro elettrico di quel livello. Per il resto è stata analizzata la situazione statica dell’edificio non riscontrandone criticità”.
Per cui non ci sono attualmente i presupposti per uno sgombero legato alla sicurezza. E’ così?
“Esattamente così. Con le informazioni in nostro possesso non possiamo ordinare uno sgombero legato a motivi di sicurezza”.
Possiamo chiederLe se si è interessato delle condizioni della persona coinvolta?
“Certo, sin dalle prime ore mi sono recato subito in ospedale per poter capire in prima persona quali fosse il suo stato di salute. Appresa della gravità abbiamo fatto di tutto e smosso mari e monti per cercarle un posto all’interno di un centro per grandi ustionati. Cosa che si è verificata nel pomeriggio di giovedì 3 agosto quando la paziente è stata trasferita a Cisanello dove l’equipe medica specializzata si potrà prendere cura di lei al meglio”.
Una situazione, quella dell’emergenza abitativa, indipendentemente da questo drammatico incidente, da non sottovalutare bensì da affrontare di petto…
“Senza dubbio. Da mesi abbiamo e stiamo affrontando la questione insieme alla Prefettura in un cammino comune che non possiamo certo percorrere da soli. Sono state spedite missive al presidente della Regione, al Ministro degli Interni e delle Infrastrutture. Il Comune non è in grado di dare una risposta all’emergenza abitativa che è crescente”.
Ma il Comune da solo può far qualcosa si o no?
“Potrebbe e avrebbe potuto sicuramente di più se quelli che hanno amministrato la città di Livorno prima di noi non avessero sperperato un patrimonio immobiliare pubblico da 25mila unità a sole 7mila attuali. Quelle 18mila sono state svendute. Non si faccia dunque i moralisti con il sindaco Nogarin che davanti a queste cifre rimanda al mittente le critiche”.

Il comunicato delle famiglie occupanti la Torre della Cigna – “Le famiglie della torre della Cigna e di tutte le occupazioni abitative, attraverso il nostro sindacato(Asia-Usb), comunicano che per alcuni giorni non saranno gradite visite da parte di nessun soggetto all’interno delle strutture, giornalisti compresi. Chiediamo scusa, abbiamo sempre dimostrato la massima disponibilità nei confronti della stampa sia locale che nazionale ma vogliamo evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione e pensare solo a stare a fianco alla nostra compagna e tutelare le nostre famiglie da un attacco generalizzato che si è ormai innescato. La consapevolezza che ad oggi non vi sia nessuna eventuale soluzione alternativa per noi e i nostri figli ci costringe a difenderci da qualsiasi tentativo di strumentalizzare una tragedia, per noi anche personale, a fini di propaganda politica o mediatica. Vi chiediamo di non essere complici anche voi di questo meccanismo”.

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