Tre studenti del Mascagni in pellegrinaggio tra memoria e musica
Michelangelo Salvini, Niccolò Chiaramonti e Matteo Dreoni hanno partecipato al pellegrinaggio nei campi di concentramento di Dachau, Ebensee, Hartheim, Gusen e Mauthausen promosso da ANED Pisa
Un viaggio che ha attraversato la storia e la coscienza, toccando con mano i luoghi dell’orrore nazista. Tre studenti del Conservatorio “Pietro Mascagni” di Livorno – Michelangelo Salvini, Niccolò Chiaramonti e Matteo Dreoni – hanno partecipato al pellegrinaggio nei campi di concentramento di Dachau, Ebensee, Hartheim, Gusen e Mauthausen promosso da ANED Pisa tra l’8 e il 12 maggio scorsi. Con loro, la musica: un linguaggio capace di parlare dove le parole mancano, uno strumento fragile e potente insieme, per restituire umanità a ciò che è stato disumanizzato. Michelangelo e Niccolò, chitarristi classici, hanno scelto un repertorio che rende omaggio all’identità ebraica e all’esilio, portando con sé le note di Mario Castelnuovo-Tedesco. Matteo, fagottista, ha eseguito un brano di Alexandre Tansman, compositore polacco in fuga dal nazismo. Insieme hanno suonato tra le lapidi e le baracche, sotto le scritte rimaste a testimoniare la follia e la crudeltà, nei luoghi dove ogni nota si carica di memoria. Durante il viaggio, i tre studenti hanno raccolto impressioni, ascoltato testimonianze, osservato con occhi attenti ciò che resta – e ciò che manca – della memoria europea. E al ritorno, hanno voluto condividere alcune parole. Matteo Dreoni (20 anni, fagottista) ha raccontato il silenzio di Ebensee e la l’armonica quanto ingannevole architettura del castello di Hartheim, dove persero la vita almeno 30mila deportati, tra cui moltissimi disabili: “Ogni nota che abbiamo suonato era una lacrima che prendeva forma sonora, un atto di pietà tardiva ma necessaria”. Michelangelo Salvini (26 anni, chitarrista classico), ha definito «dovere, prima che un onore», quello di suonare per tenere viva la memoria delle vittime: “La memoria storica è fondamentale. Ringrazio il Conservatorio Mascagni e ANED Pisa per avermi dato la possibilità di omaggiare, con la musica, il sacrificio dei deportati: ebrei, dissidenti politici e religiosi, omosessuali, persone con disabilità”. Niccolò Chiaramonti (27 anni, chitarrista classico) ha invece riflettuto sul ruolo ambiguo della musica nei campi: “Anche nei lager, la musica trovava spazio: a volte come forma di umanità, a volte come tortura. Come i fratelli separati che si riconoscevano fischiando un motivo, o il suono della campana a Ebensee che decretava la morte”. Dall’esperienza nel campo di sterminio di Dachau ne deriverà un arrangiamento originale del Dachaulied, canto composto nel lager, che i tre studenti del Conservatorio eseguiranno il 19 maggio alla Domus Mazziniana di Pisa. “Attraverso la musica, Salvini, Chiaramonti e Dreoni hanno portato con sé tutti i loro compagni, rendendosi portavoce di una memoria condivisa”, ha sottolineato il Presidente del Conservatorio, Emanuele Rossi. Anche il Direttore Federico Rovini ha espresso la profonda convinzione con cui il Conservatorio ha sostenuto l’iniziativa: “Un’occasione formativa straordinaria. La musica si fa testimone della storia e veicolo di memoria. Siamo fieri di questi nostri studenti”. Il Conservatorio ringrazia Michelangelo, Niccolò e Matteo per aver rappresentato l’istituzione con consapevolezza, impegno e sensibilità, e per aver dato voce – attraverso le corde e il respiro – a ciò che non deve mai essere dimenticato.
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