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Una targa in memoria degli avvocati perseguitati dalle leggi razziali

Mercoledì 27 Gennaio 2021 — 18:21

A scoprire la targa, visibilmente emozionati, sono stati l’avvocato Carlo Borghi e il presidente della Comunità ebraica cittadina Vittorio Mosseri

Posta negli spazi dell'avvocatura livornese, la targa vuole essere un modo per ricordare gli avvocati e tutti gli ebrei vittime della Shoah

di Giulia Bellaveglia

Nove nomi di avvocati livornesi perseguitati dalle leggi razziali posti su una targa. Così l’Ordine degli avvocati di Livorno ha voluto celebrare la Giornata della memoria, proprio in quegli spazi che rappresentano il cuore dell’avvocatura livornese.
“La nostra sede è lo spazio dove ci riuniamo, dove le nostre decisioni prendono vita e dove, da sempre, passano tutti gli eventi relativi alla nostra attività – ha detto Fabrizio Spagnoli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Livorno – Proprio per questo motivo abbiamo voluto portare a termine una promessa che ci eravamo fatti e ricordare coloro che, in esecuzione delle leggi razziali, furono radiati dall’albo in quanto ebrei”.
A scoprire la targa, visibilmente emozionati, sono stati l’avvocato Carlo Borghi e il presidente della Comunità ebraica cittadina Vittorio Mosseri.
“Per ragioni di età e condizioni familiari ho avuto la fortuna e l’onore di relazionarmi personalmente con tutti questi illustri personaggi – ha commentato Borghi – Non posso che essere estremamente soddisfatto del fatto che tutti possano conoscere chi prima, durante e dopo la Guerra, ha onorato l’avvocatura livornese”.
“Stare in un’aula come questa mi emoziona – ha aggiunto Mosseri – Ringrazio l’Ordine, anche a nome di tutta la Comunità, per aver reso giustizia a chi si è sentito tradito dall’Italia che serviva con passione ogni giorno”.
Aldo Ascarelli, Ugo Bassano, Guido Bedarida, Eugenio Colombo, Oscar De Montel, Giuseppe Funaro, G. Giacomo Galligo, Luigi Lumbroso e Gian Paolo Rocca i nomi presenti in blu su uno sfondo trasparente.
“Mio padre diceva sempre che tre cerchi concentrici facevano parte della sua vita: essere ebro, avvocato e comunista – ha ricordato Paolo, figlio di Ugo Bassano – Esser stato ebreo in un periodo come quello dell’Olocausto è per lui sempre rimasto il primo tratto identitario”.
In prosecuzione di questa iniziativa, l’Ordine celebrerà il 10 febbraio il Giorno del Ricordo, che vuole porre l’attenzione sui massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata.

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