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Vespa velutina, esperti a confronto

Mercoledì 12 Luglio 2017 — 07:34

Dal 2012 è giunta anche in Italia, sconfinando in Liguria dal confine francese. In via dell'Artigianato si è tenuto un seminario fra apicoltori ed addetti ai lavori per fare il punto sulla espansione di questo temibile predatore alloctono. Per maggiori info: [email protected] e www.stopvelutina.it

Il calabrone asiatico (Vespa velutina) è un animale originario dell’Asia sud-orientale (Cina del sud, India del nord, penisola indocinese, arcipelago indonesiano).
Di aspetto simile al nostro calabrone (Vespa crabro), si distingue da esso per le dimensioni inferiori, per una colorazione più scura, la caratteristica banda giallo-arancione in prossimità del pungiglione, una stretta linea gialla più chiara vicino al vitino di vespa e le estremità delle zampe colorate di giallo. La Vespa velutina è un efficientissimo cacciatore di api, predandole davanti agli alveari con lo scopo di nutrire le numerose larve presenti nei suoi nidi. A differenza dell’ape asiatica (Apis cerana), la nostra ape (Apis mellifera ligustica) non riesce a difendersi adeguatamente, che sotto assedio, tende a non uscire per effettuare la raccolta di cibo (nettare e polline), necessario per nutrire la famiglia, portando ad un pericoloso indebolimento della colonia stessa.
La Vespa velutina è comparsa in Europa nel 2004, probabilmente introdotta con merci di origine cinese. Dopo il primo rilevamento in Aquitania (Francia), si è diffusa in pochi anni in quasi tutta la Francia, penetrando anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania, dimostrando la sua capacità di fare notevoli danni. Dal 2012 è giunta anche in Italia, sconfinando in Liguria dal confine francese. In Francia, ha causato la perdita del 50% degli alveari ed i danni causati non vanno ad interessare solo il settore dell’apicoltura, ma, essendo l’ape il principale insetto impollinatore, dalla sua sopravvivenza dipende la capacità riproduttiva di almeno 130mila specie di piante.
Oltre alle api – che rappresentano l’80% della dieta proteica delle larve di velutina in ambiente urbano e il 45-50% in ambiente rurale – il calabrone preda anche altri importanti impollinatori (bombi, megachilidi, farfalle, etc). Danni secondari, ma non trascurabili, sono quelli ai frutti maturi, prediletti dagli esemplari adulti di velutina.
Il tasso di aggressività verso l’uomo è analogo a quello del calabrone europeo, in prossimità dei nidi però l’attacco può essere violento: 8-12 punture possono provocare un avvelenamento tale da richiedere il ricovero in ospedale. La pericolosità è accentuata dal fatto che Vespa velutina costruisce i propri nidi spesso in vicinanza di aree urbane o dentro edifici ad uso umano, come serre, capanni o terrazze (fonte sito vespanet). Agrofauna, società di consulenza e formazione in campo apistico, ha tenuto il 10 luglio nella sede di via dell’Artigianato in collaborazione con il dr Antonio Felicioli, referente per l’Università di Pisa – CiRAA del progetto “velutina”, un seminario informativo con lo scopo di aumentare l’interesse verso tale problematica, per preservare l’apicoltura e l’ecosistema, la cui sopravvivenza dipende da Apis mellifera. Visto il notevole interesse erano presenti apicoltori ed addetti ai lavori dell’area livornese e non solo. Sarà infatti fondamentale creare una rete di osservatori presente in modo capillare sul territorio che consenta di monitorare l’eventuale espansione di questo temibile predatore alloctono. Niente di meglio quindi degli apicoltori e di tutti gli addetti del settore, dalle Università con i propri esperti fino agli apicoltori che svolgono quest’attività in maniera hobbistica.

Per tutte le informazioni relative al progetto è possibile consultare il sito www.stopvelutina.it dove vengono spiegate le tecniche di monitoraggio e tutti i metodi per il tentativo di contenerne l’espansione. Per ogni evenienza o richiesta di assistenza è possibile contattare anche Agrofauna all’indirizzo [email protected].

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